La transizione energetica rappresenta una sfida importante per le imprese manifatturiere del territorio piemontese, che non possono non adeguarsi in tempi rapidi a un contesto economico e normativo in veloce evoluzione. In particolare le aziende devono sempre più integrare l’utilizzo di fonti energetiche tradizionali, come i combustibili fossili, con fonti rinnovabili e sostenibili, come l'energia solare, eolica e idroelettrica.
Nei mesi di aprile e maggio 2024, al fine di comprendere al meglio l’attuale rapporto tra le imprese manifatturiere piemontesi e il tema della transizione energetica, è stata effettuata un’indagine monografica per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese su un campione significativo di aziende stratificato per settore, provincia e classe dimensionale di addetti. L’indagine è stata realizzata nell’ambito della collaborazione tra Unioncamere Piemonte, UniCredit e Intesa Sanpaolo.
Le imprese rispondenti sono state poco meno di 1.800. Di queste il 30% ha dichiarato di essere interessata ad apportare modifiche nei processi produttivi in ottica di efficientamento e transizione energetica. La percentuale appare significativamente differente a seconda della classe dimensionale d’impresa. Se, infatti, le micro-aziende attente alla tematica sono il 27%, per le aziende di grandi dimensioni l’incidenza delle realtà interessate alla transizione energetica sale al 78%.
“Questo accordo testimonia ancora una volta la nostra volontà di supportare le piccole e medie imprese del territorio verso la modernizzazione sostenibile - afferma Paola Garibotti, Regional Manager NordOvest di UniCredit -. Intendiamo fornire a clienti e comunità le leve del progresso, mettendo a disposizione soluzioni innovative in grado di avere un impatto positivo sull'indipendenza energetica del Paese, in coerenza con i programmi europei e nazionali".
Per Stefano Cappellari, Direttore regionale Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna Intesa Sanpaolo: “Il nostro Gruppo si è attivato da oltre un anno con un piano di investimenti e azioni per favorire lo sviluppo delle CER e la transizione energetica delle PMI, implementando una linea di soluzioni finanziarie, S-Loan CER, che premia con uno sconto di tasso le imprese che investono nelle rinnovabili e si impegnano a mettere a disposizione della collettività la propria energia non consumata. Alle risorse finora stanziate si affianca oggi il nuovo programma Il tuo futuro è la nostra impresa, che mette a disposizione 120 miliardi di euro fino al 2026, di cui 10 per il Piemonte, per accompagnare competitività e sostenibilità delle aziende italiane. Nel primo trimestre 2024 il Nord Ovest ha già beneficiato di 18 milioni di investimenti sostenibili, circular economy e mutui green, a conferma del nostro impegno nell'aiutare a cogliere tali opportunità in un’ottica di crescita stabile e inclusiva”.
A livello settoriale le imprese che hanno dichiarato maggiore interesse per la transizione energetica sono state le industrie chimiche e petrolifere (47%), mentre quelle in cui l’interesse è apparso più basso sono le realtà della filiera tessile (23%).
Scendendo all’interno della tipologia di interventi che le imprese pensano di adottare in tema di transizione energetica, al primo posto troviamo l’utilizzo di energia di fonti rinnovabili (61,5%) seguita dal miglioramento dell’efficienza energetica dei propri impianti (49,4%); solo in terza posizione l’implementazione di sistemi di accumulo di energia (16,3%). Un’impresa su 5 utilizza già energia elettrica autoprodotta, in particolare quella fotovoltaica.
Solo nel 6,5% dei casi all’interno delle realtà intervistate esistono già figure professionali competenti per l'efficientamento e la transizione energetica, percentuale che sale al 55% per le imprese di grandi dimensioni. A livello settoriale, ancora una volta, sono le industrie chimiche e petrolifere a segnare il dato più elevato. In questo comparto hanno, infatti, competenze interne poco meno del 20% delle imprese.
Per quanto concerne il futuro il 2,1% delle aziende intende effettuare assunzioni per colmare la carenza di figure specializzate sul tema, un’impresa su 5 si rivolgerà a consulenti esterni, mentre circa il 73% delle realtà dichiara di non avere la necessità di assumere/impiegare altro personale.
Il principale ostacolo che frena le imprese nell’effettuare investimenti in ottica di efficientamento/transizione energetica è riconducibile ai costi elevati degli investimenti necessari (75,5% delle risposte), al secondo posto troviamo le complessità burocratiche e amministrative (40,0%) e in terza posizione la difficoltà di accesso al credito (19,0%). Al di sopra della soglia del 15% risultano anche la mancanza di misure di supporto adeguate o difficoltà di accesso alle stesse e la mancanza di competenze specifiche.
La transizione energetica non è solo una necessità per ridurre l'impatto ambientale, ma anche un'opportunità per le imprese manifatturiere di innovare, ridurre i costi operativi a lungo termine e migliorare la loro competitività sul mercato globale. Adattarsi a questa transizione richiede investimenti, ma offre anche benefici significativi in termini di minori costi connessi ai minori consumi energetici, sostenibilità e resilienza aziendale.
Solo lo 0,4 % delle aziende intervistate, infine, fa già parte di una CER, poco più di un’impresa su due non è interessata, mentre il 12,8 % è interessata a farne parte. Il 35,4 % non è ancora a conoscenza dell’esistenza delle CER ed è su questa fetta del tessuto imprenditoriale che va fatta un’efficace informazione.