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ATTUALITÀ | 10 luglio 2024, 16:00

Provincia, bocciato il termovalorizzatore. Ramella Pralungo: “Rischio sanitario e ambientale”

Spiega il presidente della Provincia: "L’iter è stato lungo e oneroso, ma necessario per garantire la tutela del nostro territorio e della salute dei cittadini".

Provincia, bocciato il termovalorizzatore: “Rischio sanitario e ambientale”.

Provincia, bocciato il termovalorizzatore: “Rischio sanitario e ambientale”.

La Provincia si è espressa: il termovalorizzatore di Cavaglià non si farà. Questa mattina, mercoledì 10 luglio, nella sala del consiglio della Provincia di Biella, il presidente Emanuele Ramella Pralungo ha ufficializzato l’esito delle valutazioni intercorse negli ultimi mesi. Il progetto presentato dalla Società A2A prevedeva la realizzazione di un impianto per la produzione di energia tramite la combustione di rifiuti speciali non pericolosi ed è stato bocciato.

“Il processo che ha portato a questa decisione è stato lungo e complesso – esordisce il presidente Ramella – Sono state necessarie numerose valutazioni tecniche e politiche per giungere alla conclusione finale”.

La bocciatura del progetto, come ha illustrato, è risieduta nell’incapacità di dimostrare, da parte dell’azienda proponente, che lo smaltimento e il recupero dei rifiuti fosse certa della destinazione dei prodotti di scarto: “Fra le principali cause - spiega Ramella Pralungo - vi è la gestione degli PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) che non ha superato le criticità: la struttura non ha dimostrato di separare queste sostanze contaminanti all’origine, prima della combustione dei rifiuti e avrebbero potuto causare, come illustrato dai tecnici competenti, un potenziale rischio sanitario e ambientale”.

Ulteriore criticità riguarda la localizzazione. L’impianto a Cavaglià non è stato ritenuto idoneo dal punto di vista dell’impatto paesaggistico (presentando una canna fumaria di svariate decine di metri) e di quello relativo all’area interessata: “Nei pressi del termovalorizzatore non vi sono abbastanza rifiuti speciali: non avrebbe servito solo il territorio, ma avrebbe dovuto intercettare quelli di altre zone, inquinando attraverso il trasporto - sottolinea Ramella Pralungo - Gestione e smaltimento rappresentano criticità che per il territorio circostante: sono sovradimensionati”.

La decisione di impedire la costruzione della struttura ha visto un esito poco slanciato: 13 pareri favorevoli e 9 a sfavore: “Abbiamo svolto il nostro compito con il rigore tecnico di operatori e professionisti - conclude il presidente della Provincia - L’iter è stato lungo e oneroso, ma necessario per garantire la tutela del nostro territorio e della salute dei cittadini. Le risposte riguardanti la destinazione di sostanze inquinanti sono state parziali, dimostrando l’incompatibilità con il beneficio sociale e ambientale. Confermiamo la nostra posizione, al contrario della Regione Piemonte che, se un tempo offriva il proprio sostegno, ha votato a favore della struttura”.

G. Ch.

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