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LINK | 14 agosto 2024, 07:00

Pressione fiscale: quella italiana è identica a quella di altri paesi esteri?

Pressione fiscale: quella italiana è identica a quella di altri paesi esteri?

Gli italiani, come noto, sono un popolo di grandi risparmiatori, che storicamente assume un atteggiamento più da formica che da cicala. Certo, risparmiare è diventato un verbo alquanto complesso dal traslare all’atto pratico negli ultimi lustri, complice l’aumento significativo dei prezzi e la conseguente minor capacità di spesa da parte dei nostri connazionali.

Tuttavia, un cospicuo numero di italiani dispone di una quota significativa di risparmi, che devono essere allocati intelligentemente e, soprattutto, non concentrati in unico asset, indipendentemente dal fatto che sia finanziario o immobiliare. Non c’è alcun dubbio, infatti, che gli italiani adorano allocare una parte dei propri soldi anche nel “mattone”, in primis per l’acquisto della prima casa e, in non pochi casi, come forma di investimento.

La tassazione italiana non agevola gli investimenti e non attrae capitali

La tassazione italiana, però, non è certamente “tenera” nei confronti di chi investe nel settore immobiliare e acquista una casa per poi metterla a reddito. A questo aspetto di prioritaria importanza, poi, va aggiunto, poi, il cosiddetto “rischio locativo”, che in un paese come il nostro, specialmente in alcune aree dello Stivale, rischia di compromettere significativamente l’investimento effettuato.

Non va certo meglio a chi opta per investire al di là dei titoli di stato, che godono di una tassazione “privilegiata” sui guadagni pari al 12,5%, ma esprimono certamente un potenziale di rendimento minore rispetto ad altri asset, che vengono tassati, invece, al 26%. La pressione fiscale per chi decide di investire in Italia, quindi, è particolarmente elevata e spinge, inevitabilmente, a guardare altrove per allocare una parte del proprio patrimonio.

Al giorno d’oggi, d’altronde, la possibilità di reperire notizie sugli ambiti fiscali e normativi dei paesi esteri è diventata più semplice rispetto a qualche lustro fa, complice la diffusione su larga scala della grande rete telematica. Certo, non c’è alcun dubbio come queste informazioni non possano essere “totalizzanti”, ma sia indispensabile rivolgersi, poi, a un professionista che opera nello stato in cui decidiamo di investire.

Tra gli stati maggiormente attraenti rientrano gli Emirati Arabi Uniti, nazione dove troviamo una città che negli ultimi lustri è salita alla ribalta per la straordinaria modernità e la costante crescita economica: Dubai. La città emiratina ha vissuto un profondo cambiamento nel corso degli ultimi lustri, diventando estremamente attraente per chi vuole investire in un’ottica di medio-lungo termine.

Dubai, uno sguardo a un futuro che è già presente in un contesto fiscale favorevole

Investire a Dubai significa investire nel futuro, grazie alle infrastrutture avveniristiche di cui dispone e le possibilità di ottenere significativi rendimenti anche nel settore immobiliare, nonché di poter costituire una società in poco più di due giorni e godere di una fiscalità neppure lontanamente assimilabile a quella presente nel nostro paese.

Ed è per questo motivo che, già oggi, molti italiani hanno scelto la città emiratina per i loro investimenti. Quando si decide di investire a Dubai, tuttavia, è necessario affidarsi a soggetti che operano direttamente sul territorio e conoscono tutte le normative presenti nel medesimo, onde evitare d’incorrere in sanzioni pecuniarie postume.

Se è pur vero che Dubai gode di una fiscalità “friendly”, è altrettanto innegabile che bisogna sottostare a determinate regole fiscali e tributarie imposte dal governo locale per godere di queste “agevolazioni”. La burocrazia della città emiratina, pur essendo decisamente più snella rispetto a quella nostrana, è decisamente attenta al rigoroso rispetto delle regole imposte. Ed è per questo motivo che è fondamentale rivolgersi a un qualificato professionista quando si decide di investire a Dubai.

Già oggi, la comunità italiana è una delle più numerose tra quelle presenti a Dubai: sono ben 17000 i nostri connazionali che hanno deciso di trasferire la propria residenza nell’emirato, molti dei quali aprendo un’attività in proprio. E tanti di questi, grazie al supporto di un professionista italiano presente in loco, hanno potuto cambiare la propria in accezione estremamente positiva, nel pieno rispetto di quanto previsto dalla legge locale.

 

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