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ATTUALITÀ | 07 maggio 2020, 07:00

Fase 2, il dottor Cavalotti fa chiarezza: “Test sierologico? Non è tampone. Se integrati, miglior strategia contro Covid-19” VIDEO

cavalotti coronavirus

“Questa settimana è partita la compagnia di monitoraggio con test sierologico di tutto il personale sanitario del Piemonte. La Regione ha dichiarato che entro una settimana coprirà tutti gli operatori e che i privati potranno eseguirli anche in strutture private a patto che siano validati dall’Istituto Superiore di Sanità”. A darne comunicazione il medico di medico di famiglia Alessandro Cavalotti che, in un video appello, ha condiviso le sue riflessioni sui test sierologici.

“Vedo parecchia confusione in giro. La sierologia indaga la presenza, o meno, di anticorpi nei confronti di un agente patogeno, come può essere in questo caso il coronavirus. Il test non valuta la presenza o meno del virus, come invece fa il tampone – spiega Cavalotti - Il test sierologico serve se siamo entrati in contato o meno con il virus e se è avvenuto recentemente o meno. Serve molto per capire come si è mosso sul territorio e aiuta a stabilire una strategia di prevenzione in caso di nuovi picchi di contagio”.

Nel suo intervento, il medico rimarca che il test “non sostituisce il tampone. Se il test indica un contatto con il virus, più o meno recente, sarà importante eseguire un tampone per stabilire se abbiamo in circolo il virus. Nella fase 2, la miglior strategia possibile è di integrare i due dati: l’utilizzo del test da la possibilità, infatti, di eseguire tamponi in maniera mirata. Se la Regione adotterà questa strategia ci sarà modo di affrontare i nuovi casi, che avverranno, in maniera efficiente e meglio organizzata. Senza bisogno di limitare le libertà personali come fatto nella fase 1”.  

g. c.

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