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Fashion | 12 maggio 2019, 07:00

Viaggio alla scoperta del galateo e del bon ton: La cravatta

Comportarsi nel modo giusto al momento giusto non è qualcosa da dare per scontato: a volte, infatti, può capitare di non sapere come porsi nel modo corretto in determinati contesti o situazioni. Dalla rubrica dello scrittore biellese e maestro del bon ton Marziano Magliola, tratta dal suo libro “Il Bene stare. Regole di (buona) educazione” - Edizioni Joker, alcuni consigli sull'argomento. Appuntamento con la seconda puntata

Viaggio alla scoperta del galateo e del bon ton: La cravatta

Lina Sotis, nel suo “Bon Ton – il Nuovo Dizionario delle Buone Maniere” (A. Mondadori Ed.), definisce la cravatta un “accessorio importantissimo che corrisponde alla personalità del signore che la indossa”. Chi si  rimette  ciecamente al parere dell’amico, della moglie o della fidanzata per accondiscendenza o perché non sa che pesci pigliare, rischia  di sbagliare. Se avete qualche dubbio affidatevi ai disegni tradizionali, soprattutto se  indossate abiti   di buon taglio. Ed ai colori classici. Sì dunque ai disegni cachemire, ai pois, alle regimental, alle tinte unite. Evitate le cravatte appariscenti, con stemmi marchi o firme, anche le più prestigiose. La firma, di piccole dimensioni,  può stare solo dietro la cravatta, mai davanti. Da non prendere in considerazione quelle “spiritose” perché, di solito, pacchiane se non volgari.

Le scelte in fatto di cravatte sono molto personali. Sconsigliato regalarle se non conoscete bene la persona. Non le vedrete mai indossate. Se siete in rapporti di confidenza, accordatevi piuttosto con il negozio e  fate in modo che possano essere sostituite.  Anche la cravatta segue il gusto del momento. Nodi larghi e nodi piccoli si alternano a seconda dei materiali  e delle tendenze della moda. Siate “moderati” nella scelta del nodo. La cravatta deve essere perfetta e il nodo ben  bilanciato. Se ricevete un invito con la scritta Cravatta nera, il signore si dovrà presentare in smoking e la signora in abito da sera.

Se nell’invito la scritta è Cravatta bianca, l’uomo indosserà il frac e per la donna Robe longue, l’abito lungo. Cravatta Ascot (o Plastron) con spilla, per lo sposo che indossa il tight. Nei matrimoni meno impegnativi – in chiesa o in Comune – è consigliato  il vestito scuro, da indossare con una cravatta classica e discreta. Oggi vanno di moda i matrimoni “fai da te”. Ognuno si veste come crede, in barba al buon gusto ed al galateo. La cravatta non è da meno. Se ne vedono, è il caso di dirlo, di tutti i colori. Inappropriate certe fantasie. Talvolta esageratamente sproporzionate le dimensioni, in eccesso o in difetto: inadeguate al luogo ed alla circostanza. Il matrimonio è una cerimonia importante, non una tabella Pantone.

Marziano Magliola

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