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ATTUALITÀ | 23 marzo 2020, 09:35

Attività produttive e studi professionali in Piemonte, Cirio: "Da valutare con il prefetto"

La scadenza per la chiusura delle fabbriche non essenziali è fissata al 25 marzo. Potranno rimanere aperti gli studi che devono svolgere attività "indifferibili, urgenti e sottoposte a termini perentori di scadenza".

cirio

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio si è pronunciato ieri sera in merito all'ultimo decreto ministeriale per l’emergenza Coronavirus. I chiarimenti riguardano soprattutto l’apparato economico: “Come regione - ha detto - non possiamo incidere sulle attività produttive, non possiamo bloccare le fabbriche. E su questo si è creato un dibattito molto ampio. Ieri, confrontandoci con la Lombardia, abbiamo presentato la nostra ordinanza mettendo pressione al governo, e questa è la posizione che è stata assunta. Sono sospese tutte le attività produttive industriali a eccezione di quelle indicate nell’allegato al decreto. Il ragionamento è di ridurre le attività produttive senza spegnerle, ma si deve capire se di fatto le fabbriche verranno davvero limitate. Ogni azienda dovrà quindi rapportarsi con il proprio prefetto per capire se può tenere aperta o no, in base alla filiera di appartenenza”, e secondo le categorie riportate appunto nell’allegato. Le aziende coinvolte dalle restrizioni hanno tempo fino al 25 marzo per sospendere la propria attività.

“Oggi- ha concluso Cirio - capiremo questo sarà sufficiente per migliorare la situazione”. Per quanto riguarda, invece, gli studi professionali, sono tutti sospesi a meno che non debbano svolgere attività “indifferibili, urgenti e sottoposte a termini perentori di scadenza”. Ma, anche in questo caso, il governatore del Piemonte ha rimandato a domani mattina ulteriori delucidazioni dopo il colloquio con il prefetto. Di seguito, il decreto firmato dal premier Giuseppe Conte (clicca qui) e l'allegato inerente le attività produttive escluse dalle limitazioni (clicca qui).

Dal nostro corrispondente di Torino - g. c.

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