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Cronaca dal Nord Ovest | 13 dicembre 2019, 15:37

Vercelli - "Ti vesti in modo provocante, te le vai a cercare": minore raccontava gli abusi, ma nessuno le credeva

Casa famiglia nel vercellese sotto sequestro. Gli operatori della Comunità avevano effettivamente segnalato i racconti delle violenze, ma senza prendere alcun tipo di provvedimento e senza avvertire né i servizi sociali, né la Polizia.

Vercelli - "Ti vesti in modo provocante, te le vai a cercare": minore raccontava gli abusi, ma nessuno le credeva

Era fuggita dalla comunità per minori di Caresana dove, secondo quanto aveva confidato anche alla sorella, aveva subito abusi sessuali, ma anche botte e umiliazioni da parte di altri minori, come lei ospiti della struttura. Di quelle violenze la ragazza aveva raccontato i dettagli alle coordinatrici e agli operatori del centro, ma i suoi racconti erano caduti nel vuoto. E, con il passare dei mesi, la situazione è progressivamente peggiorata, con abusi e violenze ripetuti e di gruppo ai danni della ragazza. Violenze che, in un caso, sono anche state parzialmente riprese da uno degli autori.

Così, quando la ragazza, esasperata, è scappata dalla Comunità, sua sorella si è rivolta alla Polizia per segnalare l'accaduto. La ragazza, rintracciata e messa al sicuro, ha poi raccontato nel corso dell'audizione protetta l'inferno nel quale era precipitata e per il quale i suoi giovani aguzzini sono ora indagati (dalla Procura dei Minori di Torino) per violenza sessuale su minore. Si tratta di ragazzi tra i 14 e i 16 anni, tutti con un passato difficile.

L'indagine condotta dagli uomini e dalle donne della seconda sezione della Squadra Mobile, coordinati da sostituto procuratore Davide Pretti, ha fatto emergere che l'esasperazione della ragazzina - 16 anni appena e un passato di maltrattamenti alle spalle - era giustificata: nel registro individuale, gli operatori della Comunità avevano effettivamente segnalato i racconti delle violenze, ma senza prendere alcun tipo di provvedimento e senza avvertire né i servizi sociali, né la Polizia. Anzi, in alcuni casi, avevano attribuito alla ragazzina stessa la responsabilità dell'accaduto.

"Ti vesti in modo provocante, te le vai a cercare" le avrebbe detto una delle indagate. Un comportamento omissivo, quello tenuto dal personale, che è valso cinque misure cautelari ad altrettante persone residenti nel vercellese: due coordinatrici e tre educatori che avevano raccolto le confidenze della giovane, sono stati interdetti dalla professione e la comunità è stata posta sotto sequestro. I cinque indagati - quattro donne e un uomo di età compresa tra i 28 e i 52 anni - devono rispondere di concorso omissivo in violenza sessuale di gruppo, reato che prevede pene massime superiori a 12 anni di carcere.Dopo un primo accesso della Mobile, nella struttura erano anche state piazzate videocamere di sorveglianza.

"Dalle parole degli operatori - ha spiegato in conferenza stampa il sostituto procuratore Pretti - è emerso chiaramente che il personale indagato fosse a conoscenza di quanto avveniva. Episodi che si verificavano sia di notte, che di giorno, anche mentre i minori avrebbero dovuto essere sorvegliati". Nessun intervento evidente, da parte del personale, nemmeno di fronte ai lividi che, periodicamente, la ragazzina mostrava a causa delle botte subite: una situazione talmente pesante da averla spinta, in alcune occasioni, a subire le violenze sessuali per paura di ulteriori schiaffi e pugni.

All'alba di venerdì le 5 ragazze e i 6 ragazzi ospitati a Casa Vittoria a Caresana, struttura in gestione alle cooperativa Elleuno di Casale Monferrato, sono stati prelevati dal personale della Mobile, agli ordini del commissario Gianluca Tuccillo, per essere ricollocati altrove. La struttura è attualmente sotto sequestro.

Dal nostro corrispondente di Vercelli - f.f.

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