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COSTUME E SOCIETÀ | 30 dicembre 2016, 07:00

Biella "mantiene" bar e ristoranti. Ma in Italia pochi resistono alla crisi

Biella "mantiene" bar e ristoranti. Ma in Italia pochi resistono alla crisi

Ristoranti e bar spopolano tra le strade italiane, in cinque anni se ne contano quasi il 10% in più. A Roma, Milano e Napoli si concentra il numero maggiore di queste attività. E’ quanto emerge dalla fotografia scattata da Unioncamere-Infocamere sui dati del Registro delle imprese italiane tra il 31 dicembre 2011 e il 31 dicembre 2015. Nella graduatoria provinciale delle imprese al 31 dicembre 2015, a confronto con il 2011, Biella ha perso un'attività di bar e ristorazione passando da 528 a 527. Nella graduatoria provinciale delle imprese dei bar ed esercizi senza cucina al 31 dicembre 2015, a confronto con il 2011, Biella ha guadagnato 71 attività, passando da 502 a 573 unità.

Alla fine dello scorso anno si contavano 367mila attività, tra ristoranti (197mila imprese) e caffetterie (170mila), sparse sul territorio nazionale, in crescita di oltre 31mila unità rispetto a cinque anni prima. Ma se sono sempre di più gli imprenditori pronti a scommettere sui piaceri della cucina e di una buona tazza di caffè, solo in pochi riescono a tenere in piedi la propria attività a 5 anni dalla nascita. Delle imprese nate nel 2011, 3 su 4 hanno abbassato la saracinesca entro cinque anni e oltre il 45% non è riuscita a resistere al terzo anno di vita. Tuttavia non è così dappertutto: in alcune grandi città italiane i numeri migliorano sensibilmente.

A livello regionale è la Lombardia a registrare al 31 dicembre 2015 il numero più alto in Italia di bar e ristoranti (rispettivamente 27.679 e 29.285), seguita dal Lazio (22.430 ristoranti e 17.925 bar) e dalla Campania (17.754 attività di ristorazione e 15.145 bar). Ma in termini relativi nell’ultimo quinquennio è la Sicilia ad aver messo a segno la crescita più marcata (+15%, trainata dal settore della ristorazione +16%), seguita dalla Campania (+14% , con una punta del +15% per i bar) e dall’Umbria (+12%, spinta dai bar +13% ).

 

l.l.

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