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SPORT | 17 giugno 2019, 07:00

Luca Rossetto, da un cortile di Chiavazza nasce la sua passione per lo sport, per il calcio

Cresciuto in un cortile di Chiavazza, scarso a giocare a pallone, lavoro e famiglia in primo piano, il calcio e lo sport arrivano dopo ma sono una delle sue ragioni di vita.

Luca Rossetto

Luca Rossetto

"Nel calcio le intemperanze ci sono sempre state ma finita la partita della domenica arriva il lunedì e le esasperazioni sono fuori luogo". Il pensiero di Luca Rossetto, manager, amministratore delegato del Gruppo Casa.it, sposato e padre, apre una finestra sulla sua passione infinita per lo sport, per il calcio. 57 anni nato e cresciuto a Chiavazza, un rione di Biella, da immigrati veneti, Rossetto si sente "biellesissimo", un territorio amato dalla sua famiglia per il lavoro e le amicizie. "Sono orgoglioso di Biella e della sua provincia" ci racconta con enfasi, non parole dettate dalla situazione ma frasi uscite dal suo intimo, dal cuore. "Come tutti i ragazzi ho sognato di giocare a calcio e la mia prima maglia è stata quella della Chiavazzese, nel 1975 (società della quale ora è presidente, ndr). Ma tutto è rimasto nel cassetto perché secondo me ci sono due tipi di calciatori, quelli bravi e quelli meno. Io facevo parte degli scarsi". 

Una carriera, la sua, "stroncata" dalla consapevolezza di essere mediocre, dalla scuola, dalla vita stessa nel corso degli anni seguenti. Non ha solcato i centrocampi e le difese avversarie, non ha lottato tibia contro tibia, la sua gioia più grande l'ha coltivata in un lento crescere di emozioni. Fuori dal rettangolo di gioco. Ed è così che la sua passione viscerale per il calcio della sua terra non ha mai smesso di esistere, nonostante la lunga assenza da Biella per gli studi, prima alla Bocconi di Milano e poi negli States, grazie alla Fondazione Caraccio, per il Master of Business Administration alla Stanford University, frequentato insieme a due premi Nobel. "Dopo la famiglia e lo studio arriva lo sport perché aggrega -racconta ancora il manager-. Tenuto conto della società complessa in cui viviamo, è una scuola di vita dove insegnano disciplina, abnegazione, sconfitta e rispetto per l'avversario". Con queste basi matura, giorno dopo giorno, l'escalation di Luca Rossetto verso il calcio, in primis quello biellese, iniziando proprio "da sostenitore nascosto fino a mettere il naso, adesso, nella società più blasonata e meno organizzata". Sempre nella consapevolezza del "devo tutto a Biella", Rossetto ha un'idea ben delineata sul futuro calcistico, ovvero rendersi utile alla città e alla persone con le quali lavora, sempre con l'obiettivo principe di "contribuire alla crescita fisica e morale dei ragazzi". Lui che è nato da una famiglia umile, da genitori con la quinta elementare ma dai valori indiscutibili, cresciuto in un cortile di Chiavazza. Tutto questo però non gli ha impedito di allargare gli orizzonti e guardare oltre la sua Biella. Che rimane sempre il punto di partenza e arrivo. Il futuro non è ancora scritto, forse è questione di poco tempo per aprire una nuova pagina di storia del calcio biellese, fondata sulla passione. La vera passione quella che si possiede dentro. Nel più profondo. Perché certe situazioni si vivono, non si guardano con occhi da semplice spettatore.

Sì perché Luca Rossetto è un uomo che si emoziona quando vede ragazze e ragazzi con la maglia azzurra e il tricolore sul petto, la meglio gioventù che sa perdere, lottare, faticare. E se Chiavazza (Biella) è il suo punto di riferimento famigliare, lo è anche per il calcio senza tralasciare i dettagli. Da vero sportivo quale è, si esalta anche per un risultato eccezionale di un'altra squadra del rione quando ottiene la promozione in B1. Parliamo di pallavolo, di Virtus Biella, senza entrare nel merito della sponsorizzazione del Gruppo Casa.it al Piacenza Volley, squadra da Premier League. Un'altra storia bellissima. Già perché da buon passionale, Luca Rossetto è in tribuna a soffrire per la sconfitta, al PalaSarselli in Gara 1, nella finalissima contro Pavic Romagnano. Il sabato successivo segue le gesta dei colori di Chiavazza al telefonino perché impegnato nella cena di fine anno, insieme al suo gruppo, alla sua Chiavazzese. "Mi sono emozionato, mi è venuta in mente la fatica quotidiana di una stagione intera. Tutto in poche ore, tutto in un attimo. E' bellissimo assistere al coronamento di un sogno. E poi da persone della nostra terra". Emozioni. Quelle emozioni che rendono la vita più rosa e per le quali Luca Rossetto continua a lottare. A vivere. Per infonderle nella gente di Chiavazza. Di Biella.  

Fulvio Feraboli

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