Il finanziamento regionale di 200mila euro destinato alla riqualificazione del Brich di Zumaglia ha suscitato entusiasmo e riconoscenza da parte delle numerose associazioni biellesi che, negli ultimi anni, hanno creduto in questo luogo come bene comune, simbolo identitario e risorsa per il turismo lento.
Un risultato che non arriva per caso: dietro questa conquista si cela un lungo percorso di incontri, lettere aperte, manifestazioni culturali e, soprattutto, un forte spirito di collaborazione. Una pluralità di voci si è rivolta verso il patrimonio artistico, culturale e naturale biellese, per il raggiungimento di un obiettivo condiviso: riportare dignità e un futuro a uno dei luoghi più amati del territorio.
Le proposte si muovono lungo direttrici concrete: la richiesta di superare la frammentazione degli interventi attraverso strumenti di co-programmazione, co-progettazione e la volontà di costruire un modello di gestione condiviso, capace di aggregare idee ed energie, anziché dividerle.
Il Brich è luogo storico e affettivo attraversato dai ricordi delle generazioni che lo hanno abitato nei momenti di festa, nelle escursioni e nelle manifestazioni culturali. Da questo passato emerge un’immagine chiara del futuro: un parco sicuro, educativo, inclusivo, adatto a famiglie, scuole, in cui svolgere attività sportive, e valorizzare un polo rilevante per l’identità del territorio.
La soddisfazione per i recenti sviluppi si accompagna a una consapevolezza vigile. La mobilitazione dal basso, portata avanti con determinazione nonostante ostacoli e silenzi, rappresenta un punto di svolta, ma non un traguardo. Il cammino verso una reale rinascita richiede continuità, responsabilità e monitoraggio costante da parte di cittadini, istituzioni e associazioni.
Non mancano, infine, le riflessioni più critiche, rivolte a un passato in cui il Brich è stato trascurato o mal gestito. Il timore di ripetere quegli errori spinge oggi a richiedere maggior rigore, specialmente in un contesto particolarmente delicato, a ridosso di un importante traguardo. Il valore ambientale, culturale e paesaggistico dell’area, rafforza l’idea che in un futuro non troppo lontano, la “Collina dell’Arte” possa tornare ad essere il nodo strategico di una rete di attrattive locali fondate sul turismo lento.
Seguono le dichiarazioni delle realtà associative coinvolte nel rilancio del Brich di Zumaglia, restituendo il valore che questo luogo ha avuto per i biellesi del passato, quelli di oggi e chissà... anche quelli di domani
Ettore Macchieraldo, presidente del Circolo Culturale Tavo Burat e vicepresidente di Movimento Lento
“Un vero processo di partecipazione ha prodotto un risultato concreto, ponendo le basi per costruire un futuro solido per il Brich di Zumaglia.
Strumenti come la co-programmazione e la co-progettazione permettono di superare la logica degli affidamenti tramite bando, che spesso mette in competizione soggetti che, al contrario, potrebbero cooperare.
Adottare questa impostazione rappresenterebbe una novità significativa per il patrimonio Biellese.”
Fausta Gallo, presidente di Auser Provinciale Biella
“Esprimo grande soddisfazione per il risultato raggiunto, frutto di un impegno collettivo che ha coinvolto realtà diverse del territorio.
In qualità di residente a Zumaglia, da sempre, attendo con entusiasmo il momento in cui sarà nuovamente possibile vivere il parco in tutte le sue potenzialità: dalle passeggiate alle iniziative comunitarie, come le storiche feste al castello.
Qualche tempo fa, come Auser, abbiamo raccolto preziose testimonianze da persone oggi ultranovantenni, ancora lucide e partecipi, che ci hanno raccontato come il Brich fosse un luogo centrale nella vita sociale del dopoguerra: un punto d’incontro per merende, scampagnate, celebrazioni di Pasquetta tra musica, balli e mostre fotografiche.
È questa la visione che auspico per il futuro del Brich: uno spazio pubblico sicuro e inclusivo, in grado di ospitare attività socio-sportive ed educative, con particolare attenzione al coinvolgimento delle scuole, anche attraverso l’allestimento di aule didattiche all’aperto.
Questo cambiamento è stato possibile soprattutto grazie all’impegno degli Amici del Brich, che – con determinazione e spirito civico – sono riusciti a coinvolgere cittadini, associazioni e rappresentanti istituzionali, mantenendo viva l’attenzione sull’obiettivo comune: restituire piena fruibilità a un bene che appartiene alla comunità. Grazie infinite a tutti!”
Alessandro Zappa, dell’associazione Winter Brich
“Ancora una volta è emersa con chiarezza la forza della partecipazione: un percorso condiviso e inclusivo ha dimostrato di poterci avvicinare concretamente al raggiungimento degli obiettivi.
È importante sottolineare che non si tratta di un traguardo, bensì dell’avvio di una nuova fase. Per questo motivo è fondamentale mantenere alta l’attenzione, continuare a richiedere aggiornamenti, partecipare attivamente al processo in corso; non dobbiamo 'spegnerci'.
Come associazione, e a titolo personale, siamo orgogliosi di poter offrire il nostro contributo per riportare il parco a una piena fruizione da parte della cittadinanza: un luogo vivo, frequentato da giovani e anziani, famiglie, bambini e, naturalmente, dagli atleti che ogni anno partecipano al Winter Brich!”
Stefano Zumaglini, presidente Pacefuturo
“Quando una causa è giusta e viene sostenuta con determinazione, partecipazione e il coinvolgimento attivo della comunità, i risultati arrivano.
Desidero ringraziare gli Amici del Brich e tutti coloro che non hanno mai smesso di crederci, contribuendo con costanza e tenacia a riaccendere l’attenzione su un bene comune di straordinaria bellezza e valore per l’intero territorio.
Ora che il tema è tornato al centro del dibattito pubblico, non possiamo permetterci di abbassare la guardia: la vigilanza collettiva deve proseguire, con la stessa convinzione e lo stesso spirito che hanno portato fin qui.”
Associazione Anticaquercia
Salviamo il Brich di Zumaglia
È molto triste, sì, davvero triste, vedere un luogo magico e pregno di ricordi cadere lentamente in rovina.
Tuttavia, non è soltanto un danno emotivo per chi – come noi – ha visto i primi vagiti della nostra festa di Beltane proprio presso il Brich di Zumaglia: ne soffrirà l’intera comunità biellese, soprattutto alla luce delle politiche di valorizzazione del territorio e del turismo.
Cosa mostreremo ai visitatori? Un rudere fatiscente circondato da un parco incolto? Sarebbe vergognoso.
Il Brich è un luogo ricco non solo di bellezze naturali, ma anche di storia e folklore – fatto di personaggi, leggende e tradizioni – e possiede un potenziale che non può, ancora una volta, cadere in sordina. Oggi più che mai serve una presa di posizione forte e in tempi stretti.
Ricordo con emozione il grande progetto di ristrutturazione durato decenni che restituì parco, cascina e rocca alla collettività, rendendoli nuovamente idonei a ospitare eventi di ogni genere. Noi stessi, dopo aver spostato altrove un festival che cresceva di anno in anno, non abbiamo mai dimenticato il Brich, riproponendolo per diverse edizioni del nostro Convegno autunnale su stregoneria e folklore – ora trasferito altrove per ovvi motivi logistici.
Credo che i fantasmi del Brich siano più inquieti che mai sapendo che, ancora una volta, le istituzioni hanno sbagliato bersaglio, cedendo – o meglio, sbarazzandosi – di un “fardello” al primo capitato, con eccessiva leggerezza.
Occorre agire, altrimenti continueremo a fare una pessima figura – proprio come accadde oltre dieci anni fa, quando tentai di portare la troupe di Mistero (Italia 1) per un servizio con Paola Barale e Jane Alexander: l’amministrazione negò persino l’apertura dei servizi igienici…
Il Brich è un gioiello che non deve smettere di brillare. Serve passione autentica in chi amministra il territorio: altrimenti rischiamo di riempirci la bocca di turismo ed eventi che, in fin dei conti, non portano ricchezza né al corpo né – soprattutto – alla nostra anima.
Marco Cassisa, presidente Osservatorio del Biellese Beni Culturali
“L’Osservatorio ha sostenuto fin dall’inizio l’azione di pressione civica promossa dal gruppo ‘Amici del Brich’, che con determinazione e profondo amore per il territorio ha saputo mantenere viva l’attenzione delle istituzioni e della cittadinanza su un luogo che rappresenta un patrimonio della comunità.
Confidiamo che le istituzioni sappiano ora imprimere una svolta concreta al destino di quest’area, troppo a lungo trascurata, orientando gli interventi verso una tutela effettiva e una piena fruibilità, come la comunità biellese chiede da mesi con forza e coerenza”.
Andrea Formagnana, presidente CAI sezione di Biella
“Il CAI di Biella esprime piena fiducia nel futuro del Brich di Zumaglia, riconoscendone l’alto valore paesaggistico e naturalistico.
Al pari della Burcina, quest’area contribuisce in modo significativo a definire il profilo identitario del territorio biellese. Si tratta di un bene ambientale e culturale di primaria importanza, che deve essere restituito alla collettività in tutta la sua fruibilità.
In una fase in cui il Biellese sta finalmente orientandosi con decisione verso una valorizzazione sostenibile, puntando sul turismo lento e consapevole, il Brich rappresenta una risorsa preziosa: una vera e propria perla da reinserire nella collana di bellezze che il territorio può offrire tanto ai residenti quanto ai visitatori”.