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ATTUALITÀ | 28 febbraio 2024, 15:40

Vigliano, una targa a ricordo della consacrazione della chiesa di San Giuseppe

Parla il sindaco Vazzoler: “Un edificio simbolo di una comunità”.

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Vigliano, una targa a ricordo della consacrazione della chiesa di San Giuseppe (foto dal sito web del comune di Vigliano Biellese)

La scorsa domenica 25 febbraio, presso la Chiesa di San Giuseppe Operaio di Vigliano Biellese, è stata inaugurata una targa che riporta, tradotto in italiano, il testo di una lapide posata il giorno della formale consacrazione dell’edificio, 15 settembre 1928, che rievoca la costruzione della chiesa da parte della famiglia Rivetti, cui è legata strettamente la storia di tutti gli edifici sorti in quel periodo nei pressi della Pettinatura Italiana: dalle palazzine dei Villaggi Operai, al circolo e al teatro Erios.

Alla cerimonia, officiata dal parroco don Gianni Moriondo, al termine della messa delle 10, era presente il sindaco Cristina Vazzoler ed un cospicuo numero di rappresentanti della famiglia Rivetti. Un ringraziamento particolare è stato espresso per Vittorio Donati, cui si deve l’iniziativa della traduzione della lapide originaria, scritta in latino e molto sbiadita, con lo scopo di rendere leggibile e conosciuta l’origine della chiesa.

"Nella storia di Vigliano Biellese – ha ricordato il primo cittadino - gioca un ruolo fondamentale la Pettinatura Italiana, come è stato ben illustrato dallo storico Franco Macchieraldo nel volume La Pettina. La storia, le genti, di cui il Comune ha sostenuto la pubblicazione nel 2018. In tale contesto, la Parrocchia di San Giuseppe Operaio ha avuto un’importanza centrale data non soltanto dall’essere legata indissolubilmente alla storia dei Villaggi industriali Rivetti e Trossi, ma, soprattutto, dall’essere stata condotta da parroci che, con enorme impegno e senza risparmio di energie, hanno saputo realmente costruire una comunità. E’ significativo ricordare che, ancor prima della solenne benedizione di questa chiesa, avvenuta nel 1928, le funzioni religiose si celebravano in una delle palazzine del Villaggio Rivetti: a testimonianza di una necessità vera e sentita della popolazione, quella di riunirsi e pregare insieme. Ma per costruire in concreto una comunità come questa, i parroci – Salesiani fin dal 1963 - hanno saputo guardare oltre le cerimonie, hanno saputo guardare al cuore della gente e coglierne i bisogni. Certamente, si sono occupati di accogliere al meglio i fedeli e quanti condividevano e condividono fino in fondo l’esperienza dei credenti. Ma hanno saputo diventare anche e soprattutto punto di riferimento per le tante persone con necessità di natura economica, familiare, di integrazione sociale che a loro si sono, da sempre, rivolte”.

“Hanno saputo guidare – prosegue - i singoli e le famiglie in momenti in cui le persone lavoravano per tante ore al giorno nelle fabbriche e il benessere economico sembrava portare con sé anche una serenità che aveva invece necessità di essere giornalmente alimentata. Hanno saputo sostenere le persone quando, in tempi successivi, il lavoro è drammaticamente venuto a mancare portando con sé la disperazione di molti, offrendo un sostegno e una speranza, aiutando le famiglie a ripartire. Hanno mantenuto e fortificato le famiglie, occupandosi con i genitori di dare spazi educativi e qualificanti a bambini e ragazzi. Per tutto questo il Comune ringrazia don Gianni e con lui tutti i parroci che l’hanno preceduto nella guida di questa Parrocchia, la cui erezione ricordiamo oggi con l’apposizione di questa targa. Un omaggio alla storia di un edificio che è storia delle tante persone che vi hanno pregato e vissuto, ed è la storia di un paese: la storia di tutti noi”.

Redazione g. c.

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