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COSTUME E SOCIETÀ | 03 giugno 2016, 07:00

Giovani biellesi in missione in Bolivia e Mozambico

Parla Padre Roberto Melis C.O. responsabile del Centro Missionario Diocesano e punta di riferimento dei giovani missionari

Giovani biellesi in missione in Bolivia e Mozambico

Padre Roberto Melis è sacerdote dell’Oratorio di San Filippo Neri di Biella e responsabile del centro missionario diocesano; da sempre vicino alle popolazioni più sofferenti e formatore di tutti i giovani che vogliono affrontare una esperienza sul campo secondo lo spirito del Vangelo e gli insegnamenti del magistero della Santa Madre Chiesa. Da un bel po’ di anni un gruppo di giovani parte con la consapevolezza di aiutare chi ha bisogno: Newsbiella ha intervistato Padre Roberto per capire cosa fa il Centro Missionario e conoscere in modo più approfondito le realtà dove andranno a svolgere servizio.

Padre Roberto, il Santo Padre invita tutti i cristiani a seguire il monito di Gesù nell’essere missionari. Lei è responsabile del Centro Missionario Diocesano da molti anni e lo gestisce con successo; che cosa fa esattamente il centro?

Il Centro Missionario Diocesano è un ufficio della Diocesi che cura i rapporti con i missionari e organizza gli eventi ufficiali come la giornata missionaria mondiale dove si fa attività di sensibilizzazione sui popoli che vivono situazione difficile dove operano i missionari. La Veglia Missionaria è un evento di preghiera diocesano e la Veglia dei Martiri Missionari dove si ricordano i missionari uccisi a causa del loro impegno per diffondere il Vangelo. L’evento saliente è la preparazione dei corsi 2007 , 2010 , 2013 , 2016 per formare circa dieci giovani a vivere una esperienza missionaria in un Paese del Sud del Mondo.

A luglio una decina di giovani va in missione: cosa significa andare in missione e per lei accompagnarli? E quale è stata la sua esperienza più saliente?

Significa una lunga preparazione di circa dodici mesi per prepararsi a vivere un esperienza in prima persona in una situazione dove cambia tutto: lingua , usi , costumi , cibo , problemi da affrontare entrando in relazione con quella realtà che si incontra senza mettere in difficoltà lo svolgimento della missione e dei missionari. Per me accompagnarli significa condividere le ansie , i dubbi , le domande imparando insieme e vivendo le occasioni di servizio.

Ora parliamo della Bolivia e del Mozambico. Qual è la realtà presente in quelle terre?

In Bolivia ci rechiamo a 4000 mt di altezza dove opera la missionaria Cristina Ferrero a servizio delle parrocchie di Huata e Pegnas come infermiera dove sono presenti due sacerdoti italiani. In Mozambico saremo a Pemba sulla costa dell’Oceano Indiano presso le suore di Gesù Buon Pastore che lavorano nella pastorale della diocesi.

E Biella può essere terra di missione? Cosa ne pensa?

Quando si parla di missione l’obiezione che si sente più comunemente è che ci sono tanti problemi qui da risolvere ma il corso significativamente presenta Venite e Vedrete che sono parole del Vangelo pronunciate in esso da Gesù per invitare i suoi discepoli ad abbracciare non solo una comunità ma il mondo intero. Il risultato è che, paragonati ai problemi del mondo, i nostri si ridimensionano e guardando agli immensi problemi dell’umanità senza la pretesa di risolverli si riempie il cuore dello spirito di condivisione che da un senso alla nostra vita.

 

Quale messaggio vuole dare a chi vuole essere missionario o a un giovane che vuole dare la sua vita a Dio e ai fratelli?

Il messaggio che vorrei lasciare è di spingere senza esitazione il suo sguardo fino ai confini del mondo scoprendo che la realtà che ci circonda è molto più vasta e positiva di quanto solitamente ci viene raccontato.

e.d.

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