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COSTUME E SOCIETÀ | 15 maggio 2024, 07:00

Su Nuraghe in poesia nei versi di Nicola Loi per la Festa della Mamma

Martedì 21 maggio, alle ore 21.00.

Rosa, ricamo “Bandera”, opera delle Donne del filet di “Su Nuraghe”.

Rosa, ricamo “Bandera”, opera delle Donne del filet di “Su Nuraghe”.

Martedì 21 maggio 2024, ore 21:00 in Italia, appuntamento mensile transoceanico del Circolo “Su Nuraghe” di Biella con il Circulo sardo “Antonio Segni” di La Plata (Argentina) attraverso piattaforma zoom meetings.

Nella sua ricca produzione letteraria, due sono le poesie che Nicola Loi di Ortueri, Nuoro, ha inviato al Circolo Culturale Sardo di Biella domenica 12 maggio 2024. Due odi scritte in concomitanza con l’odierna Festa della Mamma: celebrazione della maternità radicata in culti ancestrali risalenti alla Dea Madre portatrice di fertilità, oggi consumisticamente emendata da ogni forma di sacralità.

Alla prima, dedicata “a mama e a totas sas mamas”“a mamma e a tutte le mamme”, si affianca “Ave Maria”, entrambe dedicate all’amore materno e alla fertilità. Nella seconda, al centro è la Mamma celeste, con la Chiesa che le dedica l’intero mese di maggio. A Lei si chiede: Azuda custa terra totacanta, / Frima su frade, chi su frade isparat”, “aiuta questa terra tutta quanta, / ferma il fratello, che il fratello spara”.

Moderna richiesta di intercessione, che attualizza nella contemporaneità l’antica invocazione: “A peste, fame et bello, libera nos Domnine”, “dalla peste, dalla fame e dalla guerra, liberaci, o Signore”.

Se dalla moderna peste siamo scampati dopo tre anni di restrizioni, la guerra continua a incendiare diverse parti del mondo, anche vicino a noi. Per questo Nicola Loi chiede che “Pius no bolent puzones de gherra / più non volino uccelli di guerra”.

Versi quantomai attuali, che paiono riecheggiare le antiche Litanie cristiane cantate a Roma e diffuse in Gallia fin dal VI secolo durante le rogazioni, nelle processioni penitenziali e lustrative per invocare la protezione divina.

Nell’armonizzazione teologica, la preghiera viene rivolta alla Madonna affinché interceda presso suo Figlio: “Custu deves pedire a Fizu tou, / Issu seguru t'at a ponner’ mente. / Nois ti torramus gratzias da-e nou, / Intregamus a tie coro e mente”; vale a dire: “Questo devi chiedere al Figlio tuo, / Lui sicuro ti ubbidirà. / Noi ti rendiamo grazia di nuovo, / consegniamo a te cuore e mente”.

Versi che, nel presente, danno corpo a quelle radici cristiane europee sovente enunciate, concretizzate dai Sardi residenti nell’Isola e da quelli di “su disterru”, dell’emigrazione. Nella traduzione di Gabriella Peddes di Tonara, con la revisione di Roberto Perinu, verranno inseriti nell’antologia di testi del Laboratorio Linguistico “Eya, emmo, sì: là dove il sì suona, s’emmo e s’eya cantant”, per imparare a leggere e scrivere in lingua materna contemporanea.

Ave Maria

Mama reina singulare santa,

Chi da-e chelu totus nos amparat.

Azuda custa terra totacanta,

Frima su frade, chi su frade isparat.

 

Tue Mama singulare sa Reina,

Boga sa zente da-e su piuer.

Azuda su bisonzu 'e Palestina,

Pius in basciu no sigant a ruer’.

 

Su chelu siat semper chentza neula,

Pius no bolent puzones de gherra.

Dae a sos bisonzosos una teula,

E unu letu a chie dromit in terra.

 

A sos de bona-idea su trabagliu,

Chi pesent sa familia in dignidade.

Nde siant bogados da-e su bersagliu,

Chi siat una vida 'e libertade.

 

Custu deves pedire a Fizu tou,

Issu seguru t'at a ponner’ mente.

Nois ti torramus gratzias da-e nou,

Intregamus a tie coro e mente.

 

Isculta-nos divina ambasciadora,

Su disisperu 'e custos fizos tuos.

Cunfidamus a tie Alta Segnora,

Cust'ora mala de momentos cruos.

Nigolau Loi, su 12 de maju 2024

 

Ave Maria

Mamma regina singolare santa,

Che dal cielo tutto ci insegni.

Aiuta questa terra tutta quanta,

Ferma il fratello, che il fratello spara.

 

Tu Mamma singolare la Regina,

Solleva la gente dalla polvere.

Aiuta il bisogno di Palestina,

Più in basso non continui a cadere.

 

Il cielo sia sempre senza nebbia,

Più non volino uccelli di guerra.

Dai ai bisognosi una tegola,

E un letto a chi dorme in terra.

 

A quelli di buona voglia il lavoro,

Che crescano la famiglia in dignità.

Ne siano tolti dal bersaglio,

Che sia una vita di libertà.

 

Questo devi chiedere al Figlio tuo,

Lui sicuro ti ubbidirà.

Noi ti rendiamo grazia di nuovo,

Consegniamo a te cuore e mente.

 

Ascoltaci divina Ambasciatore,

La disperazione di questi figli tuoi.

Affidiamo a te Alta Signora,

Quest'ora mala di momenti crudi.

Nicola Loi, 12 maggio 202

C.S. Battista Saiu, Su Nuraghe

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