/ ATTUALITÀ

ATTUALITÀ | 22 giugno 2025, 06:50

Il Brich di Zumaglia con gli occhi di Marco Macchieraldo: “Così può rinascere il cuore panoramico del Biellese” FOTO

Il racconto e l’esperienza concreta della Guida Escursionistica, per riflettere sul valore del Castello abbandonato.

Il Brich di Zumaglia con gli occhi di Marco Macchieraldo: “Così può rinascere il cuore panoramico del Biellese”.

Il Brich di Zumaglia con gli occhi di Marco Macchieraldo: “Così può rinascere il cuore panoramico del Biellese”.

“Il Brich non è solo una collina: è un punto cardinale dell’identità biellese”. Così Marco Macchieraldo, Guida Escursionistica del territorio, riassume in poche parole il significato di uno dei luoghi più suggestivi, ma spesso sottovalutati, della provincia. Una collina di 669 metri, visibile da ogni angolo del Biellese, su cui sorge un castello neogotico carico di storia e mistero, incastonato in una riserva naturale che per anni ha occupato un interesse latente nel dibattito turistico e culturale. 


Negli ultimi mesi, al centro di un vortice amministrativo, ha movimentato decine di associazioni pronte a offrire il loro contributo per far rinascere un luogo dimentico, ma dall’immenso potenziale. A seguito della conquista, per nulla scontata, dei 200mila euro stanziati dalla Regione Piemonte, è prevista la manutenzione straordinaria per portare la struttura ed il parco, allo stato “originario”. Una cifra che accompagnata dalla collaborazione di enti ed istituzioni locali e dalla visione lungimirante di chi vive il turismo biellese, potrebbe restituire al Brich un ruolo centrale nella valorizzazione delle Alpi Biellesi. È qui che Marco Macchieraldo, grazie alla sua grande esperienza, potrebbe fornire una bussola per orientare il futuro ed il nuovo volto della Riserva.


Negli anni passati, prima che il degrado prendesse il sopravvento, Marco racconta dell’esperienza che l’ha portato ad accogliere oltre 100 persone fra le mura del castello, in occasione del Capodanno: “Fra le esperienze di maggior rilievo, spiccano due occasioni speciali: l’unione di escursioni serali, spettacoli teatrali, momenti conviviali e animazione culturale, con partecipanti provenienti da tutto il Piemonte. Iniziative che, per affluenza e coinvolgimento, hanno dimostrato di saper coniugare natura, storia e socialità, all’interno della stessa manifestazione. Decine di turisti hanno alzato gli occhi al cielo, immersi nell’atmosfera di un maniero illuminato da centinaia di ceri”.


Nonostante l’impraticabilità del del sito, le richieste sono proseguite negli anni e le proposte sono sconfinate: “Una cornice ideale per numerose proposte replicabili: passeggiate al tramonto, aperitivi panoramici, eventi teatrali e la possibilità di coinvolgere i ragazzi delle scuole…” Non mancano sessioni fotografiche e potenziali iniziative legate alla stagione invernale, sotto la stagione natalizia: “Mercatini di Natale e presepi che andrebbero ad accrescere l’offerta di un territorio che ha una grande esperienza e reputazione in materia”.
“Il castello, posizionato su un’altura che un tempo ospitava antichi filari di vite – continua Macchieraldo -, diventa così un centro attrattivo per manifestazioni culturali, sportive e turistiche, anche grazie al suo valore scenografico. Storie e misteri, al Brich, non mancano: le stanze dove da sempre si accumula inspiegabilmente acqua, sono state per settimane oggetto di monitoraggio da parte delle telecamere di Sky; la Bocca della Verità che replica la celebre statua di Roma; un fantasma che vaga nelle segrete e storie che aleggiano attorno alla magica struttura”.


La particolare conformazione del Parco, inoltre, (Riserva Naturale del Brich di Zumaglia) è posta sul “seno del Biellese”: due colline gemelle visibili a 360°, che si affacciano sulla pianura circostante e presidiano le nostre Alpi. “Lo si vede da Candelo, dalla Baraggia, dall’Elvo, dal Piazzo di Biella, dal cammino d’Oropa… È un faro naturale: se il Biellese avesse una bussola, il Brich sarebbe il Nord”.
Questa funzione simbolica si intreccia con una potenzialità turistica enorme che spazia dallo sport alla cultura, dall’arte all’intrattenimento, dagli eventi alla natura. Un itinerario che ancora non esiste lo propone la nostra Guida Escursionistica: “Il Tour dei sette Manieri che colleghi Zumaglia con Montecavallo, Cerreto, la dimora della Malpenga, Valdengo, i borghi del Piazzo e di Candelo” Proposta che merita l’attenzione, quantomeno la considerazione, di un progetto condiviso.


“Non sono necessari progetti faraonici – sottolinea – serve una gestione semplice ma continua, qualcuno che creda nel valore del luogo. Perché se lo fai vivere, la gente arriva e ne ho personalmente la prova”.
Gli scettici, che per anni hanno confinato il Brich nel limbo dell’impraticabilità strutturale, gestionale ed economica, ora devono fare i conti con un potenziale concreto e tangibile: le esperienze passate lo confermano, i fondi sono in arrivo. Quel che resta da fare è progettare con metodo, affidare con cura, credere davvero in questo piccolo, straordinario avamposto di bellezza. Il Brich è pronto a tornare, ma per restare ha bisogno di visione, passione e concretezza, oltre a una fitta rete di collaborazioni, già attiva e presente.
“Abbiamo tutto – conclude Macchieraldo - Un luogo unico, facile da raggiungere, immerso nel verde, con una storia che si racconta da sola. Sta a noi decidere se farlo vivere o relegarlo nell’oblio”.

G. Ch.

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore