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ATTUALITÀ | 11 luglio 2014, 08:30

Il centro Informazione salute immigrati in cifre

Ribaltando i pregiudizi i numeri dicono che il cittadino straniero non rappresenta un costo per la Sanità:i contributi versati sono maggiori di quelli che il Sistema sanitario nazionale spende per curarli. Nel 2013 l'avanzo è di 1,3 miliardi di euro

Sebastiano D'Agosta e Federica Botta

Sebastiano D'Agosta e Federica Botta

Ogni anno circa 1000 cittadini stranieri hanno almeno un accesso al centro Isi – Informazione salute immigrati - è un servizio del dipartimento di prevenzione dell’Asl Bi, attivo dal 1996 e dedicato alla presa in carico degli stranieri non regolari che vivono nel territorio di competenza dell’Azienda sanitaria locale di Biella.
Sotto la responsabilità di Sebastiano D’Agosta, dirigente medico del dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria locale di Biella, il centro è in prima linea anche per la gestione dell’emergenza profughi, attraverso un filo diretto con Prefettura, Questura, altre istituzioni, consorzi locali e cooperative che gestisco i centri di accoglienza.

Spiega Sebastiano D’Agosta: “Negli ultimi anni, complice la crisi economica, si è ridotto il numero di immigrati che arrivano in Italia e nel Biellese, ma sono aumentati e continuano ad aumentare i profughi che fuggono improvvisamente dalla propria terra di origine alla ricerca di migliori condizioni di vita. E’ fondamentale continuare ad investire, sia economicamente sia in termini di risorse umane, su questo fronte ed è un ottimo segnale che l’Azienda Sanitaria Locale creda in questa nostra azione rivolta a profughi ed immigrati”.
Gli operatori del Centro Isi si trovano a lavorare in un contesto multiculturale, pertanto devono essere liberi da preconcetti, pregiudizi e stereotipi per avere la possibilità di riconoscere lo straniero come portatore di valori, di ricchezza culturale, instaurando una relazione basata sull’incontro. Commenta D’Agosta: “Questo è il principio fondamentale che anima l’attività del Centro Isi e che dovrebbe animare tutti i cittadini, operatori della Sanità e non. Inoltre, contrariamente a quando si pensi, il cittadino straniero non rappresenta un costo per la Sanità: è dimostrato che i contributi che loro versano sono maggiori di quelli che il Sistema sanitario nazionale spende per curarli. Nel 2013 è stato registrato un avanzo di 1,3miliardi di euro nel bilancio complessivo del Ssn”.

Un altro pregiudizio diffuso è che profughi ed immigrati portino malattie infettive: “Lo straniero che arriva al nostro Paese è quasi sempre una persona sana, che ha già in mente un programma da realizzare per migliorare le proprie condizioni di vita, utilizzando il proprio patrimonio di salute -continua D’Agosta-. Semmai, lo straniero presente in Italia da tempo può manifestare patologie o malattie infettive per le condizioni precarie in cui vive nel nostro territorio. Queste condizioni portano ad un indebolimento del sistema immunitario facendo emergere patologie che al suo paese non avrebbe sviluppato”.

Restando collegati alla cronaca all'arrivo di alcuni profughi nel nostro territorio, anche in questo caso è il sistema del Isi che si occupa di monitorare le condizioni sanitarie. L’arrivo dei profughi nel Biellese è annunciato da Prefettura e Questura al medico reperibile del dipartimento di prevenzione, che, a sua volta, avvisa il medico di continuità assistenziale, il quale effettuerà i primi accertamenti sanitari. In seguito, lo stesso redige una relazione sullo stato di salute dei profughi per inviarla al Centro Isi che sulla base di questa relazione si attiva sin dal primo giorno lavorativo per il rilascio della tessera sanitaria e sottopone i profughi ad una serie di esami per accertare le patologie più comuni, con l’obiettivo specifico di intervenire tempestivamente a tutela della salute del profugo e della collettività. Quando tra i profughi ci sono donne e bambini, questi vengono rispettivamente inviati alla ginecologia e alla pediatra dell’ospedale tramite accesso in Pronto soccorso, per una prima visita.All’interno del Centro Isi collabora anche la psicologa Barbara De Matteo, con un impegno di sei ore settimanali nell’ambulatorio di medicina transculturale, per aiutare gli stranieri (immigrati e profughi) ad affrontare le loro fragilità, le difficoltà di una vita completamente diversa da quella vissuta fino a quel momento, colma di incertezze, e per aiutarli a realizzare il loro progetto migratorio. 
Il Centro Isi, per il proprio funzionamento, si avvale della preziosa collaborazione di sei medici volontari, Riccardo Mello Rella, Elisa Caramello, Elena Boin, Hamid Zariate, Erica Garbaccio, Lorena Petrocchi che, a turno, con impegno e motivazione, dedicano parte del proprio tempo a supporto delle attività dell’ambulatorio medico mentre la parte amministrativa è gestita da Elisabetta Avanzi.

Anche l'educazione sanitaria, attività di informazione e formazione sulle vaccinazioni, sulle malattie sessualmente trasmesse, sulle malattie infettive in generale, sull’igiene dell’abitazione ed offre assistenza per l’espletamento delle pratiche di richiesta di ricongiungimento familiare e per il rilascio del permesso di soggiorno sono attività gestite e promosse dal centro Isi. Nell’ambito della formazione rivolta agli operatori, il servizio dell’Asl Biella ha anche organizzato un corso di primo soccorso, corsi di medicina tropicale e di etnopsichiatria. L’area dell’assistenza infermieristica transculturale del Centro Isi è gestita dall’infermiera Federica Botta, collaboratrice professionale sanitaria esperta.

(11 luglio 2014)

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