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CRONACA | 26 marzo 2015, 15:58

Nel vecchio ospedale non un manicomio criminale ma una Rems

Saranno una quindicina i pazienti psichiatrici che potrebbero essere trasferiti a Biella

L'O.P.G. di Castiglion delle Stiviere ospitava gran parte dei detenuti psichiatrici piemontesi

L'O.P.G. di Castiglion delle Stiviere ospitava gran parte dei detenuti psichiatrici piemontesi

E’ inutile nasconderlo. In città ha destato sorpresa e preoccupazione la notizia che l’ex repartino psichiatrico, del vecchio Degli Infermi, ospiterà quindici ex reclusi provenienti da uno o più ospedale psichiatrico giudiziario. Ad assisterli, una trentina di operatori in un ambiente denominato, dalla nuova normativa, Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), senza sbarre e senza agenti di polizia penitenziaria.

La decisione di chiudere gli opg, ne esistono sei in Italia (Aversa, Barcellona Pozzo di Gotto, Castiglione delle Stiviere, Montelupo Fiorentino, Napoli, Salerno e Reggio Emilia), arriva dopo anni di tentativi sempre abortiti. Nati negli anni Settanta per sostituire i vecchi manicomi criminali e dare una possibilità a persone affette da disturbi psichici di scontare una condanna in un ambiente diverso da quello carcerario e più adatto alla malattia, si sono rivelati un fallimento. Pazienti abbandonati a se stessi, anche dal punto di vista dell’igiene personale, che finivano per sprofondare sempre di più nei loro incubi. A inviarli nelle strutture, i giudici, sulla base dell’articolo 222 del Codice penale (Ricovero in un manicomio giudiziario), nel corso degli anni ritenuto anticostituzionale in diverse sue parti.

Attualmente sono poco più di 800 i reclusi nelle diverse strutture, con un arrivo per anno di circa 150. I piemontesi sono una sessantina e tra questi potrebbe figurare la quindicina di reclusi che arriveranno a Biella. I reati commessi sono di tutti i generi: dal semplice furto all’omicidio. Quello che però conta, è che si tratta di soggetti affetti da patologie psichiatriche che, se curate, possono portare alla dimissione e al reinserimento nella società. A tirare un sospiro si sollievo, per la chiusura degli opg, sono indubbiamente gli agenti di Polizia penitenziaria. A loro, semplici vigilanti, erano affidati degli ammalati, con tutte le complicanze del caso. Solo per atti di umana pietà, e non per servizio comandato, si occupavano, nei limiti del possibile, anche della loro igiene. Adesso che nascono le Rems, che potranno ospitare fino a un massimo di venti pazienti, anche a questi reclusi verrà data una speranza e la parola recupero non sarà solo una chimera.

Elena Giacchero

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