E’ inutile nasconderlo. In città ha destato sorpresa e preoccupazione la notizia che l’ex repartino psichiatrico, del vecchio Degli Infermi, ospiterà quindici ex reclusi provenienti da uno o più ospedale psichiatrico giudiziario. Ad assisterli, una trentina di operatori in un ambiente denominato, dalla nuova normativa, Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), senza sbarre e senza agenti di polizia penitenziaria.
La decisione di chiudere gli opg, ne esistono sei in Italia (Aversa, Barcellona Pozzo di Gotto, Castiglione delle Stiviere, Montelupo Fiorentino, Napoli, Salerno e Reggio Emilia), arriva dopo anni di tentativi sempre abortiti. Nati negli anni Settanta per sostituire i vecchi manicomi criminali e dare una possibilità a persone affette da disturbi psichici di scontare una condanna in un ambiente diverso da quello carcerario e più adatto alla malattia, si sono rivelati un fallimento. Pazienti abbandonati a se stessi, anche dal punto di vista dell’igiene personale, che finivano per sprofondare sempre di più nei loro incubi. A inviarli nelle strutture, i giudici, sulla base dell’articolo 222 del Codice penale (Ricovero in un manicomio giudiziario), nel corso degli anni ritenuto anticostituzionale in diverse sue parti.
Attualmente sono poco più di 800 i reclusi nelle diverse strutture, con un arrivo per anno di circa 150. I piemontesi sono una sessantina e tra questi potrebbe figurare la quindicina di reclusi che arriveranno a Biella. I reati commessi sono di tutti i generi: dal semplice furto all’omicidio. Quello che però conta, è che si tratta di soggetti affetti da patologie psichiatriche che, se curate, possono portare alla dimissione e al reinserimento nella società. A tirare un sospiro si sollievo, per la chiusura degli opg, sono indubbiamente gli agenti di Polizia penitenziaria. A loro, semplici vigilanti, erano affidati degli ammalati, con tutte le complicanze del caso. Solo per atti di umana pietà, e non per servizio comandato, si occupavano, nei limiti del possibile, anche della loro igiene. Adesso che nascono le Rems, che potranno ospitare fino a un massimo di venti pazienti, anche a questi reclusi verrà data una speranza e la parola recupero non sarà solo una chimera.