Nel corso del Symposium di Torino sulle Intelligenze Artificiali, tenutosi sabato 21 ottobre, è stata presentata la ricerca di CSEN Piemonte, per delineare i risultati dell’indagine percettiva fra il rapporto delle organizzazioni di promozione sportiva e sociale e l’IA. L’esposizione dei risultati è stata proposta e discussa durante il panel “Terzo settore e intelligenza artificiale: la parola ai protagonisti!”.
La ricerca ha coinvolto oltre 200 associazioni del Piemonte, per comprendere i futuri rapporti fra il mondo associativo, in particolare quello sportivo, e i più moderni e versatili strumenti di machine learning. Il Presidente di CSEN Piemonte, Gianluca Carcangiu, particolarmente attivo come progettista sociale e formatore delle risorse umane nell’ambito delle organizzazioni no profit, ha fornito alcune dinamiche risalenti ai risultati emersi. La ricerca ha proposto domande specifiche riguardanti le associazioni, in quanto catalizzatori di idee e massima espressione della relazione umana: è quindi possibile sostituire o implementare le dinamiche e i processi dell’IA, in un settore che getta le sue basi a partire da finalità civiche, solidaristiche e sociali?
“Le nostre invenzioni possono essere impiegate per il bene o per il male – esordisce Carcangiu – Il terzo settore, dai volontari ai dirigenti, hanno espresso sentimenti di comune accordo, come diffidenza o paura, mentre alcuni, in minor parte, hanno dimostrato entusiasmo e grande apertura. Fra i risultati emergono alcune contrapposizioni decretate dal senso di angoscia e incertezza per il futuro, ma al contempo molta voglia di scoprire e addirittura un senso di speranza.”
I risultati hanno sottolineato che molte associazioni risultano diffidenti rispetto alle dinamiche dell’IA e buona parte si rivelano impaurite, in particolare per il timore che essa possa aumentare la distanza fra i rapporti umani. Alcune invece, in minor parte, hanno accolto di buon grado le tecnologie all’interno dell’organizzazione, che ha assunto la veste di strumento facilitatore, grazie alla promozione sui social network o il tesseramento. I risultati disegnano un quadro complesso e in continuo sviluppo sul mondo del no-profit, che costituisce il 5% del PIL italiano: “Nuovi percorsi ci attendono”.




