Le salme di Valter Corniati e Maria Teresa Pieri sono ancora ferme a Courgnè, probabilmente per stabilire l'esatta causa del decesso e la dinamica dell'incidente.
I corpi senza vita erano stati trasportati a valle dall’elisoccorso del 118 ieri sera dopo un difficilissimo recupero che ha visto impegnati fin dlal mattina presto volontari, guide e speleologi del soccorso alpino.
I due alpinisti si trovavano all’interno di uno di quei piccoli crepacci che si creano con lo scioglimento della neve sull’area del nevaio. I due corpi sono stati individuati a circa 10 metri sotto una coltre di ghiaccio, incastrati in sifoni naturali scolpiti dall’acqua prodotta dallo scioglimento della neve che scorre in profondità con una potenza inimmaginabile e a temperature bassissime. Il soccorritori per raggiungerli hanno dovuto utilizzare delle motoseghe per rompere il ghiaccio e farsi strada.
Gli specialisti del soccorso alpino e i due speleologi che hanno coordinato l’intervento sono stati aiutati da venti volontari. Si è lavorato in condizioni di sicurezza precarie, impossibilitati com'erano di mettere completamente in sicurezza il sito per via delle cattive condizioni meteo e dello stato precario del manto nevoso, probabile motivo all'origine dell'incidente mortale dei due alpinisti
“ll recupero dei corpi non è stata un’operazione facile-spiegano gli uomini del soccorso- ci sono state molte difficoltà legate alla posizione in cui sono caduti. Da quando li abbiamo identificati fino al loro recupero abbiamo dovuto scavare un lungo tunnel nel ghiaccio per raggiungerli”.




