Il Comune di Cavaglià è stato di recente al centro dell’attenzione per l’attesissima “Festa dei Giovani”, che quest’anno è arrivata alla 507° edizione. Eddie Cavagnetto, diventato priore, si è occupato dei preparativi della festa e ha raccontato a Newsbiella.it la sua esperienza.
Quali elementi tradizionali cercate di preservare e quali innovazioni avete introdotto?
E’ la festa stessa a rappresentare una tradizione per il nostro comune, oltre al fatto che siano i giovani ad organizzarla e a dare una mano. Come tutti gli anni, si cerca di innovare un evento che si porta avanti da molto tempo.
La festa si è tenuta nella piazza centrale, che abbiamo deciso di dividere in aree soprattutto per motivi di sicurezza: c’erano l’area cucina e l’area spettacolo. E’ stato inserito il QR Code per agevolare l’accesso ai servizi di bar e ristoro e, quindi, abbiamo dato un’impronta più tecnologica alla festa, che ovviamente non è stata stravolta, altrimenti avrebbe perso la sua idea tradizionale.
In quale modo la festa contribuisce a promuovere l'interesse della comunità e a mantenere attivi i giovani (anche se ce ne sono pochi) e le persone in pensione, vera risorsa per la comunità?
La “Festa dei giovani” stimola la partecipazione e l’incontro tra le persone appartenenti alla comunità. C’è la possibilità di socializzare, fare nuove conoscenze e di coinvolgere attivamente. Tutto questo permette di contribuire a mantenere vivi l’interesse e l’energia di tutte le generazioni.
Che ruolo hanno queste feste nella vita sociale del paese?
La festa è molto sentita a Cavaglià, anche perché è una tradizione che permette di unire tutto il paese. Siamo arrivati alla 507° edizione e ciò dimostra che questa iniziativa venga sempre apprezzata e accolta positivamente. I giovani sono sempre entusiasti e ci aiutano molto. Tanti sono quelli che partecipano come clienti e, soprattutto, ci aiutano in qualità di volontari.
Quanto è importante il volontariato locale per la riuscita dell’evento?
Molto. Non ci fosse volontariato, sarebbe molto difficile da gestire e organizzare questa festa. Come ho detto, ci sono tanti volontari, soprattutto giovani. Contandoli a stima e comprendendo cucina e camerieri, sono certo che siano più di quaranta.
Abbiamo molte persone che danno una mano. Ci sono diversi giovani dentro al Comitato ed entrano grazie al fatto che ci siano amici che lavorano lì e che li coinvolgono. Ci sono tanti che entrano, ma che escono soprattutto per l’età. Infatti, nel Comitato, si può stare fino ai trent’anni. Comunque, le persone che escono continuano ad aiutare.
Che impatto hanno queste feste sul turismo locale e sull’economia del territorio?
In termini di turismo, quest’anno, si sono recate persone di Bergamo, che hanno saputo della festa. Ho sentito anche persone che parlavano solo in inglese. Si sono trovati alla festa causalmente, ma erano molto interessati e sono riusciti ad integrarsi.
In quanto ente benefico, tutti gli anni, devolviamo il ricavato, valutando in posti c’è bisogno d’aiuto. Alcune volte, li abbiamo devoluti alla chiesa di Cavaglià oppure, durante il Covid, all’ospedale di Biella. Al momento, non abbiamo ancora deciso a chi destineremo gli incassi. La scelta sarà fatta in fase di chiusura e dopo i conti e ci vorrà circa un mese.
Quali sono le principali difficoltà nell’organizzare eventi di questo tipo?
La burocrazia. Però, comunque, ci veniamo sempre incontro anche con i produttori locali o le associazioni. In generale, veniamo aiutati e guidati su quale direzione prendere o cosa fare.
Come state affrontando temi come la sostenibilità ambientale e sicurezza?
E’ un tema che ci sta molto a cuore. Infatti, usiamo piatti e posate biodegradabili, in totale sintonia con l’ambiente. Inoltre, facciamo l’indifferenziata, che contribuisce a smaltire in modo sicuro i rifiuti. Per quanto riguarda la sicurezza, come detto prima, da quest’anno, abbiamo deciso di dividere la piazza in due aree: area cucina e area spettacolo.
Che futuro immaginate per queste feste? C’è il rischio che vengano meno o credete in un rilancio?
Il futuro di queste feste dipenderà molto dalla capacità di adattarsi alle esigenze delle nuove generazioni. Se da un lato c’è sempre il rischio che alcune tradizioni si scompaiano, dall’altro crediamo che con creatività, partecipazione e nuove idee sia possibile non solo mantenerle vive, ma anche rilanciarle, rendendole ancora più inclusive e significative per la comunità. Ad ogni modo, la “Festa dei giovani” si è attestata alla 507° edizione, quindi ritengo che non ci sia il rischio che venga meno.
EVENTI - 12 settembre 2025, 06:50
Cavaglià, “Festa dei giovani” tra tradizione e innovazione FOTO
Il priore Eddie Cavagnetto: “La festa è molto sentita a Cavaglià, e permette di mantenere vivi l’interesse e l’energia di tutte le generazioni”.

Cavaglià, “Festa dei giovani” tra tradizione e innovazione foto Roberto Canova e Angela Lobefaro per newsbiella.it

Cavaglià, “Festa dei giovani” tra tradizione e innovazione foto Roberto Canova e Angela Lobefaro per newsbiella.it

Cavaglià, “Festa dei giovani” tra tradizione e innovazione foto Roberto Canova e Angela Lobefaro per newsbiella.it






