Intervista piuttosto atipica quella all'esponente di Biella6Tu, prima di tutto perché non è certo che il candidato sindaco sia proprio Edgardo Canuto e non Luca Sangalli, che lo affianca sui manifesti della lista di cui Biella è tappezzata. Per non sbagliare finiranno tutti e due tra le Facce da Sindaco. E volutamente non parliamo di "strana coppia", battuta stantia, dato che esaminando la questione con cura l'abbinamento non deve stupire. Poi all'ex assessore le domande sono state fatte via mail e ciò spiega l'accuratezza (e la lunghezza) delle citazioni (mai sarei riuscito a prendere appunti così velocemente).
Può dirci quale sarà la sua qualità che più verrà evidenziata dovesse diventare sindaco?
"Semplicità, vicinanza ai miei concittadini, concretezza e velocità nell’affrontare e risolvere le problematiche quotidiane, onestà, visione strategica per ridare speranza e sviluppo alla nostra Città".
Quale invece il dovere da primo cittadino a cui faticherà di più ad abituarsi?
"La scelta di servire la collettività è un onore. Chi ha paura di faticare non si candidi a Sindaco. Ne ho abbastanza di quelli che rivestono cariche politiche e si lamentano. E sono stufo di quelli che, per piaggeria, li compatiscono. Nessuno li obbliga. Amministrare il Bene Comune è una cosa bellissima. Si riceve molto di più rispetto a quello che si dà".
La primissima cosa che farà la mattina dopo essere eventualmente eletto?
"Riunirò tutti i dipendenti comunali. Chiederò loro di aiutarmi. Dobbiamo salvare la nostra Città, costruire un futuro migliore, servire al meglio i nostri concittadini. Semplificazione, efficienza, vicinanza, meritocrazia. Io conosco praticamente tutti i dipendenti del Comune. Abbiamo professionalità altissime. Abbiamo persone generose e di qualità che devono essere motivate ed aiutate a dare il meglio di sé. Che vi sia la consapevolezza di far parte di un grande progetto di rinascita - non ridotto quindi alla mera esecuzione di un compito o di una professione - ma che recuperi il senso del servizio e della guida di una comunità in cerca di riferimenti e di prospettive".
Lei pensa di mantenere per se qualche delega?
"Quella della sicurezza e della viabilità. Sono due settori importanti che incidono fortemente sulla qualità della vita. In questi settori ho maturato esperienze che potrebbero essere utili. Uno degli aspetti più odiosi che vorrei arginare e combattere sono i furti. Chi entra in casa tua, chi ruba le tue cose e ti sottrae oggetti che a volte hanno un valore più affettivo che venale compie una violenza inaudita. Sono fenomeni odiosi che vanno combattuti e risolti".
Che assessorato gestirà oppure le sarebbe comunque piaciuto gestire?
"Questa domanda sottende la possibilità di non vincere le elezioni e di trattare per un posto in giunta. Non è una merce che mi interessa … grazie!"
Da sindaco crede la preoccuperà più l’opposizione o il confronto con la macchina burocratica del Comune?
"Chi ha governato Biella in questi ultimi cinque anni non ha mai voluto ascoltare alcuni miei consigli, anche se avevo ragione. Un esempio per tutti. Avevo segnalato che il progetto della rotatoria di Piazza Curiel era sbagliato. Il sindaco e la sua maggioranza mi hanno snobbato. Poi è arrivato il ministero, mi ha dato ragione ed ha stoppato il progetto. Loro hanno fatto una figuraccia. E’ segno di arroganza e di scarsa intelligenza non ascoltare i pareri altrui. L’opposizione è utile; deve controllare l’onestà di chi governa e deve proporre visioni diverse e alternative. Rappresenta una parte importante di cittadinanza. Io instaurerò un rapporto collaborativo, aperto e costruttivo. La macchina burocratica ha il sopravvento se non ne conosciamo i meccanismi. Io ho sufficiente esperienza per portare ad una estrema funzionalità e semplificazione delle procedure".
Tornando alle elezioni, quale tra i suoi avversari già dichiarati la preoccupa di più?
"Ovviamente Luca Sangalli. E’ il più forte ed il più bravo. Credo proprio che vincerà le elezioni!"
Come sarà impostata la sua campagna elettorale?
"Sinceramente mi fanno un po’ ridere quei candidati che – ogni cinque anni - si materializzano al mercato, in via Italia, alla messa della domenica, ad ogni manifestazione pubblica, alle partite di basket, ecc. Biella mi conosce; e conosce le persone che ho intorno a me. Spiegherò alla nostra Città la nostra visione. Lo farò continuando a fare esattamente le stesse cose che quotidianamente faccio. Creeremo spazi di narrazione (come direbbe Vendola) moderni, nuovi, non asserviti alle liturgie della politica. Creeremo momenti pubblici di aggregazione per dimostrare che Biella ha grandi potenzialità e che i biellesi hanno un cuore grande, che deve solo essere riscaldato".
E’ presto per fare dei nomi, ma possiamo tracciare un profilo dei suoi futuri assessori?
"Competenti".
Privilegerà delle figure tecniche?
"C’è un detto 'Chi sa fare, fa. Chi non sa fare, insegna. Chi non sa insegnare, amministra'. Ci saranno persone che sfateranno questo luogo comune".
Regolamento a parte preferirebbe una giunta a sei o una allargata a otto?
"Sei sono più che sufficienti. Conta la qualità non la quantità. La dimostrazione lampante è quanto avvenuto in questi anni. Gentile ha iniziato con 10 assessori ed ha governato male. Poi ha perso pezzi per strada e nessuno se n’è accorto … ha continuato a governare male".
Nell’assessorato chiave, il Bilancio, meglio un profilo più tecnico o un amministratore?
"Thomas Malthus fu il paladino della freddezza dei numeri. Non si può essere freddi matematici quando si amministra il futuro della gente. Al Presidente dell'Uruguay Josè Mujica viene attribuito il più bel discorso politico del mondo. Lo pronunciò nel 2012 durante i lavori del G20 in Brasile. Pepe Mujica disse 'L’uomo non governa oggi le forze che ha sprigionato, ma sono queste forze che governano l’uomo … ed anche la nostra vita! Perché noi non siamo nati solo per svilupparci. Siamo nati per essere felici. Perché la nostra vita è breve e passa in fretta. E nessun bene vale come la vita, questo è elementare'. Potrei dimostrare che un Bilancio comunale può dare speranza, prospettiva e quindi felicità e non generare semplici cifre. Guardi che anche i ragionieri hanno un cuore!"
Un sogno da portare a termine nei cinque anni di mandato?
"Scusi se provoco ma il sogno è un fenomeno psichico legato al sonno. E Biella tutto può permettersi tranne che di riposare sugli allori di un passato che fu. Per la vera risposta si vada al punto seguente".
Quindi passiamo a: un progetto concreto per la città?
"Una Città florida e solare. Dove agli ingressi di Biella, sotto i cartelloni segnaletici, chiedendo licenza ai fratelli Coen ci sia scritto 'questo non è un paese che si arrende'".
Può dirci quale sarà l’elemento cardine del suo programma?
"Il lavoro e la bellezza. L’articolo 1 della nostra Costituzione recita 'L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro'. Non ci può essere dignità e giustizia senza lavoro. Parafrasando Kant le nostre prospettive devono essere viste mai semplicemente come mezzo ma sempre anche come fine. Una amministrazione comunale può creare e favorire il lavoro? Certo. Ci sono azioni semplici ed immediate da mettere in campo. Saranno le basi del nostro programma. E si coniugheranno alla perfezione con l’altro concetto che ho espresso; la bellezza. 'La bellezza è un valore morale'. Questo sosteneva il vescovo di Locri Giancarlo Bregantini. Egli, quand’era in Calabria, non perdeva occasione per raccomandare ai suoi fedeli di intonacare le case, sistemare le strade, curare i giardini: perché 'in un posto brutto, è facile che i ragazzi crescano brutti'. E concludeva osservando, con amaro realismo, come 'i paesi più brutti e trascurati sono quelli segnati dalla mafia'. Di più; Carlo Andreoli scrive: 'noi siamo il luogo in cui viviamo. Si tratta, dunque, d’una specie di circolo virtuoso che s’instaura tra abitato ed abitanti; in cui assume veramente rilevanza il criterio di bellezza: invocato non tanto e non solo sotto un profilo estetico, quanto invece come fonte di speranza di rinascita morale. Come accade nello specchio che riflette, ogni mattina, il nostro volto: è sereno e ci sorride, solo se noi lo siamo'".





