Nonostante l’attivazione anticipata dei servizi e l’ampliamento delle accoglienze, all’appello dell’Emergenza Freddo alla quattordicesima edizione, a Biella mancano ancora una decina di posti letto. È la criticità che emerge all’avvio della quattordicesima edizione consecutiva del progetto, partito giovedì 20 novembre in concomitanza con la prima notte sotto zero della stagione. La rete pubblico-privata del territorio, pronta già da giorni grazie alle previsioni meteo, è riuscita ad ampliare l’offerta, ma il fabbisogno resta superiore alle disponibilità.
Accanto ai venti posti garantiti dal Centro di Pronta Accoglienza Notturna “E. Borri”, sono state accolte altre undici persone attraverso soluzioni di accoglienza diffusa, messe a disposizione dalla cooperativa Maria Cecilia in collaborazione con Caritas e Associazione di volontariato La Rete. Si tratta di ospitalità temporanee in appartamenti, con monitoraggio leggero da parte di operatori professionali e la possibilità di permanere anche durante il giorno. I pasti sono assicurati grazie alla mensa “Il Pane Quotidiano” di via Novara e ai pacchi alimentari forniti dalla Casa Emporio di via Orfanotrofio.
Dal pomeriggio del 20 novembre è tornato operativo anche lo spazio diurno, attivo dalle 17 alle 19 presso la Casa dei Popoli e delle Culture di via Novara, un punto di riferimento importante per chi vive situazioni di grave marginalità.
Grande novità, dal 24 novembre il Centro di Accoglienza Notturna si è trasferito nella nuova sede comunale di via Belletti Bona 22/A. La struttura mantiene i venti posti storici e, a fronte del perdurare delle basse temperature e della presenza di persone ancora in strada, nel fine settimana del 30 novembre sono stati anticipati sei ulteriori posti notturni, inizialmente previsti solo da metà dicembre. Una scelta dettata dall’emergenza e resa possibile dall’impegno degli operatori delle cooperative Anteo e Maria Cecilia, con il supporto della rete di volontariato.
Nonostante ciò, si stima che almeno dieci persone restino ancora senza una sistemazione notturna. Per questo la rete lancia un appello a chiunque possa mettere a disposizione spazi, anche temporanei, da valutare per eventuali accoglienze, affinché nessuno sia costretto a dormire all’aperto durante i mesi più freddi.
Nel frattempo, il Pronto Intervento Sociale ha avviato la distribuzione di sacchi a pelo e indumenti invernali, sia presso lo spazio diurno sia nelle aree esterne ai servizi, in collaborazione con la Croce Rossa Italiana di Biella.
Negli anni il fabbisogno di accoglienza è aumentato sensibilmente. Il progetto si confronta sempre più con la presenza di persone migranti e, in misura crescente, di famiglie con figli minori. Dal 20 novembre è stato accolto anche un nucleo familiare straniero senza dimora, inserito in una sistemazione temporanea. Si tratta di famiglie che arrivano direttamente dai Paesi di origine, di ritorno da altri Stati europei o da altre zone d’Italia, spesso in uscita dal sistema di accoglienza. A inizio novembre sono stati inoltre inseriti nel “Sistema marginalità” quattro nuovi appartamenti comunali per accoglienze temporanee, mentre il Centro Servizi per il contrasto alla povertà ha trovato sede nei nuovi spazi di via Belletti Bona.
Emergenza Freddo resta un progetto salva-vita ma anche un percorso di accompagnamento verso l’inclusione. Il costo complessivo fino al 13 aprile 2026 è stimato in circa 70 mila euro, a fronte di una presa in carico media di 60 persone, con un costo di circa 20 euro al giorno per ciascun beneficiario. Le risorse attualmente disponibili coprono circa 55 mila euro: resta quindi aperta una campagna di raccolta fondi per colmare il divario. Chi volesse contribuire può fare un bonifico al seguente IBAN IT 02M0608522300000013890039 intestato a "Associazione di volontariato la rete o.d.v.".
Fondamentale, come ogni anno, è il ruolo dei volontari, impegnati nell’accoglienza notturna, nello spazio diurno, nella distribuzione dei pasti, nella raccolta fondi e nel supporto linguistico. Un impegno corale che continua a rappresentare un presidio essenziale di solidarietà per il territorio biellese.
La rete dei soggetti sottoscrittori è consolidata: Città di Biella, Consorzio I.R.I.S., CISSABO, Caritas Diocesana Biella, coop. Anteo, coop. Maria Cecilia, Croce Rossa Italiana sez. Biella, Centro Territoriale per il Volontariato, ASL BI, Gruppi di Volontariato Vincenziano, ACLI Biella, Associazione Papa Giovanni XXIII di Biella, Associazione La Rete, Associazione Tunka, ’Associazione NOmafiebiella, Azienda Pubblica Servizi alla Persona "Borsetti Sella Facenda".
L’assessore alle Politiche sociali del Comune di Biella, Isabella Scaramuzzi, sottolinea il valore della rete territoriale che da anni sostiene il progetto Emergenza Freddo, definendolo "fondamentale per dare un sostegno concreto a chi è più in difficoltà". Scaramuzzi evidenzia in particolare l’importanza della nuova struttura comunale di via Belletti Bona, ristrutturata e arredata grazie ai fondi PNRR: "Un luogo più accogliente che riuscirà a scaldare i cuori di chi lo abiterà", pur non nascondendo le fisiologiche difficoltà legate all’avvio di una nuova sede. Tra gli aspetti qualificanti, anche l’attenzione agli animali d’affezione, con la predisposizione di cucce esterne, una scelta che potrà favorire l’accesso di chi in passato rinunciava all’accoglienza "pur di non abbandonare il proprio animale". Il ringraziamento finale va "a tutti gli operatori e soprattutto ai volontari che ogni giorno offrono sostegno e conforto".
La Fondazione Cassa di Risparmio di Biella rinnova il proprio sostegno al progetto. Il presidente Michele Colombo richiama l’attenzione sull’aumento delle nuove povertà e sulla necessità di "garantire una risposta concreta e immediata a chi si trova in condizioni di fragilità", ribadendo il dovere della Fondazione di essere vicina a difficoltà spesso invisibili ma che incidono "profondamente sulla dignità e sulla sicurezza delle persone". Emergenza Freddo viene indicato come una «testimonianza preziosa» della capacità di solidarietà del territorio.
Anche il presidente del Cissabo, Giovanni Grossi, insieme al direttore generale Gabriele Biscaro, rimarca l’importanza della collaborazione coordinata e continua tra tutte le realtà coinvolte, senza la quale "verrebbe a mancare un grande pezzo di supporto" alle amministrazioni e alle persone più fragili. Grossi rinnova infine l’auspicio che nuovi volontari scelgano di unirsi a quella che definisce una vera e propria "opera sociale", capace non solo di fornire aiuto materiale ma di rendere il territorio un esempio di comunità che non lascia indietro nessuno.











