Animalerie - 27 ottobre 2025, 07:40

"La colpa non è del cane, ma di chi lo gestisce. Serve grande responsabilità, soprattutto con certe razze"

Parla l’educatrice cinofila Sara Votero-Prina dopo l’aggressione di un pitbull, ai danni di un runner del cuneese.

"La colpa non è del cane, ma di chi lo gestisce. Serve grande responsabilità, soprattutto con certe razze" - Foto di repertorio.

"La colpa non è del cane, ma di chi lo gestisce. Serve grande responsabilità, soprattutto con certe razze" - Foto di repertorio.

«Sono episodi che sconvolgono la comunità, ma la cosa sbagliata è demonizzare una razza. La colpa non è mai del cane, bensì di chi lo gestisce».

A parlare è Sara Votero-Prina, educatrice cinofila, alla quale abbiamo chiesto un parere da esperta sull’aggressione avvenuta ieri mattina ai danni di Matteo, azzannato da un pitbull mentre correva. In queste ore l’uomo si trova in sala operatoria all’ospedale di Cuneo, dove i medici stanno tentando di ricucirgli il braccio, gravemente lesionato dal morso dell’animale.

(Nella foto: Sara Votero-Prina durante una sessione di addestramento)

L’episodio ha riacceso il dibattito, sui social e non solo. In molti puntano il dito contro il proprietario — e non a torto, perché la legge italiana stabilisce che il padrone è civilmente e penalmente responsabile della condotta del proprio cane.

«È un principio che spesso viene dimenticato – sottolinea Votero-Prina – ma che andrebbe interiorizzato prima ancora di portare a casa un animale. C’è ancora tanta strada da fare in tema di consapevolezza nella scelta e nella gestione di un cane».

Alcune razze, in particolare i terrier di tipo bull – come Pit Bull e American Staffordshire Terrier – richiedono una consapevolezza ancora maggiore.

«Può sembrare un’espressione forte, ma questi cani possono diventare un’arma – spiega l’educatrice –. Le razze non sono nate per caso: i terrier di tipo bull, ad esempio, sono stati selezionati per scopi ben precisi, legati allo sport, al lavoro o all’utilità. Hanno forza fisica, estremo coraggio e tenacia. Ma io, nella vita di tutti i giorni, ho davvero bisogno di un cane con queste caratteristiche?»

Domande che, secondo Votero-Prina, ogni futuro proprietario dovrebbe porsi prima di un’adozione o di un acquisto.
«Perché lo voglio? Sono in grado di gestirne l’energia e la determinazione? Se desidero un cane da compagnia, forse è meglio scegliere altre razze. Oppure devo essere consapevole che certe caratteristiche, se non canalizzate con cura, rigore ed equilibrio, possono sfuggire al controllo e diventare pericolose».

A livello nazionale, si stimano circa 70.000 aggressioni canine ogni anno in Italia, con un’incidenza elevata su bambini e persone vulnerabili. Uno studio condotto da diverse ASL ha rivelato che oltre il 90% dei cani che hanno morso non aveva ricevuto alcun programma di educazione o addestramento.

Questi dati mostrano che non basta guardare alla razza: è la gestione, il contesto e la formazione del proprietario a fare la differenza.

La selezione delle razze, ricorda ancora Votero-Prina, nasce per preservare determinate attitudini, ma «quando queste non vengono indirizzate verso uno scopo coerente, rischiano di degenerare».

«Ho conosciuto famiglie che vivono esperienze meravigliose con cani di tipo bull, presi da allevatori seri e seguiti nel percorso educativo – racconta –. Ma ho visto anche casi difficili, nati da acquisti impulsivi, senza la minima consapevolezza di ciò che si stava scegliendo».

Per chi possiede cani con forte spinta fisica o predatoria, le regole di sicurezza sono imprescindibili: «Guinzaglio sempre, museruola sempre a disposizione – e il cane deve essere abituato a indossarli senza stress. Serve tanta educazione, per il cane ma anche per il proprietario».

La conclusione dell’educatrice è chiara: la scelta consapevole è la prima forma di prevenzione.
«Demonizzare una razza non serve a nulla – afferma –. Serve invece responsabilizzare chi quei cani li sceglie, li cresce e li porta in mezzo alla gente».

Dalla Redazione di Cuneo, G. Ch.

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