ECONOMIA - 12 ottobre 2025, 09:30

Dazi Usa, trattative e buon senso

L'analisi di Marcello Gualtieri, professore  di economia politica ed economia applicata all’Università di Torino- Città Studi Biella.

dazi usa

In foto Marcello Gualtieri, professore  di economia politica ed economia applicata all’Università di Torino- Città Studi Biella

Negli ultimi giorni gli Stati Uniti hanno deciso di imporre dazi altissimi sulla pasta italiana, superiori addirittura al 100%. È una scelta che suona come un vero e proprio colpo basso nei confronti del nostro export, e che non ha nulla a che vedere con la difesa da pratiche di concorrenza sleale. Qui non si tratta di “riequilibrare” concorrenza sleale dei produttori italiani: la pasta costa di più negli Usa di quanto non costi in Italia e per di più costa di più della pasta prodotta negli Usa. Si tratta solo di dazi punitivi.

Non si può sottovalutare questo accadimento, si somma al crollo del 21,2% registrato in agosto dalle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Un dato che parla da solo e che mette in difficoltà interi comparti della nostra economia. Di fronte a questa situazione, l’Italia deve decidere come reagire.

Ma non è semplice; la competenza per il commercio estero è esclusivo della Commissione Europea. E non tutti i nostri prodotti, purtroppo, hanno lo stesso peso politico a Bruxelles: l’auto o l’acciaio sono temi europei, la pasta no. Che fare allora? Due sono le strade. La prima è quella dello scontro frontale con Washington, la seconda quella della pazienza diplomatica.

Personalmente credo che lo scontro sia controproducente, anche se difficile si deve negoziare, insistere, cercare di far capire agli Stati Uniti che anche loro stanno pagando il prezzo di questa scelta. Nel frattempo, dobbiamo guardare oltre, aprendo nuovi mercati per le nostre imprese, anche se ovviamente sarà impossibile sostituire il mercato Usa prima di qualche anno.

Marcello Gualtieri

SU