Riceviamo e pubblichiamo:
"In questi giorni serpeggia la critica nei miei confronti come Presidente dell’unione Montana Valle Elvo, per il caso CAS di Muzzano. Mi si accusa di rappresentare una posizione chiusa e persino razzista. Un punto di vista che respingo con fermezza.
Lo dico non per difendermi, ma per affermare una visione politica che si ispira a principi di responsabilità della propria azione pubblica.Il rapporto tra istituzioni e tra queste e i cittadini deve essere trasparente e coerente.
Proprio in nome di questa concezione, io credo che l'accoglienza non sia un automatismo da subire, ma un processo da costruire. Credo in un’accoglienza che non cali dall’alto, ma che coinvolga il territorio, le sue amministrazioni, le sue realtà sociali. Un’accoglienza che non si limiti a “mettere” persone in un luogo, ma che offra un progetto serio, una prospettiva, un futuro condiviso verso l’autonomia della persona.
Non è un problema di “paura dello straniero”. È un problema di di buona amministrazione. Quando si decide il destino di un paese, piccolo o grande che sia, senza coinvolgere chi lo vive e lo amministra ogni giorno, si infrange un patto di “fiducia”.
Dal 2017 sotto la presidenza di Lunardon, in accordo con tutti i sindaci, ho avviato in Unione un progetto ministeriale serio di integrazione, lo SPRAR, divenuto nel tempo SAI. Abbiamo scelto di credere in un modello che forma, accompagna e cerca di integrare, e dico cerca appositamente, perché non tutti trovano del benessere personale che si riflette poi anche sulla comunità. L’integrazione non è un concetto astratto: si realizza nella concretezza delle azioni, nel lavoro, nella scuola, nella dignità riconosciuta a tutti – italiani e stranieri.
Chi parla oggi di “benvenuti sempre e comunque” senza preoccuparsi di come, dove e con quali risorse – rischia di fare un favore proprio a quelle forze che dell’odio e della semplificazione si nutrono, come ad esempio qualche esponente della lega che ha ostacolato questi progetti per oggi farsene paladini, sebbene questo sia il tempo di quella destra che doveva chiudere i porti.
Ecco perché sono vicina al Sindaco di Muzzano, ecco perché l’Unione, in accordo con gli altri sindaci, continuerà a difendere un modello di accoglienza che sia umano ma anche giusto, solidale e organizzato, inclusivo ma anche responsabile e infine, ma non per ultimo in ordine di importanza, diffuso. Infatti, già ad aprile, come Unione ci siamo resi disponibili ad aumentare le presenze del SAI. Ma la Prefettura non ne ha , a quanto pare, tenuto conto".





