Riceviamo e pubblichiamo:
“In questi giorni, il tema della sicurezza urbana è tornato al centro dell’attenzione pubblica, anche a Biella. Episodi di microcriminalità, disturbo della quiete pubblica e comportamenti molesti sembrano moltiplicarsi e la percezione diffusa è quella di una città sempre più ostaggio di persone che mettono a dura prova la convivenza civile. Prima dei gravi episodi di sabato sera in Riva, un campanello d’allarme sull’esasperazione dei nostri concittadini era arrivato dalla riunione di martedì scorso sempre nel quartiere Riva.
Diversi e in alcuni casi autorevoli commenti, anche di colleghi consiglieri, si sono succeduti in questi giorni. Ma sarebbe un errore – e un rischio – fermarsi alla superficie. Questi episodi non sono che i sintomi visibili di un disagio più profondo, che da tempo si annida nel cuore e non più solo ai margini della nostra città. Un disagio che oggi si manifesta con più forza, perché forse si è inceppato qualcosa nei meccanismi di prevenzione, cura e presa in carico sociale. È necessario invece che tutte le persone siano riportate al centro della nostra comunità: le relazioni quando sono costruttive aumentano il benessere e riducono la necessità di interventi di repressione, perché si valorizza quella “voglia di comunità” che rende più stabili e coese le strutture sociali.
Non è un ragionamento per “anime belle”, slegate dalla realtà. I controlli di polizia o le telecamere di videosorveglianza – lo sperimentiamo quotidianamente - non bastano. Non bastano nemmeno i fogli di via o i Daspo urbani. Sono strumenti talvolta necessari, certo, ma non risolutivi se non accompagnati da un’azione sistemica, capillare, umana. Perché le persone che oggi rendono più fragile il vivere comune non sono sconosciute, anzi le conosciamo proprio bene: quasi sempre sono volti già noti ai servizi, alle istituzioni, alle associazioni, alle parrocchie, alle cooperative sociali.
Sono persone con storie difficili, spesso ai margini da tempo, nostri concittadini da sempre o arrivati a Biella da poco. Pensiamo a quante persone sarebbero letteralmente “sulla strada”, se non ci fossero le centinaia e centinaia di persone che quotidianamente si occupano dei più fragili. È un presidio del territorio mille volte più efficace di quello semplicemente repressivo. Serve quindi un cambio di passo. Non bastano misure di emergenza: servono percorsi di reinserimento, cura, accoglienza e responsabilizzazione. Serve un patto tra enti pubblici, terzo settore, operatori sociali, scuole, volontariato, cittadini.
Serve promuovere e investire sulle persone che da anni sono al fianco delle fragilità: chi lavora con le dipendenze, con le marginalità psichiche, con le persone senza fissa dimora, con i detenuti che devono reinserirsi, con i minori che appaiono fuori controllo. Non si tratta di giustificare comportamenti inaccettabili, ma di intervenire quando può ancora farsi prevenzione e di farlo con intelligenza sociale. Perché una città che si limita a reprimere senza curare, si condanna a vivere nella paura e nell’emergenza continua. Biella non merita questo. Merita una risposta integrata, coraggiosa, lucida. Una risposta che sappia guardare in faccia il disagio e decidere di occuparsene fino in fondo, non solo di controllarlo e contenerlo”.
I direttivi BUONGIORNO BIELLA e COSTRUIAMO BIELLA
I Consiglieri Comunali Andrea Foglio Bonda Teresa Barresi Luigi Apicella





