CRONACA - 23 giugno 2025, 06:50

Tumore al seno a 43 anni, la storia di Veronica: “Affronto la malattia con il sorriso e il sostegno di amici e familiari”

Dal dicembre scorso la vita è cambiata per una mamma di 3 figli, ora impegnata in un lungo percorso di guarigione: “Ritrovarsi senza capelli è stato uno shock, la vita è un dono e va apprezzata fino in fondo”.

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Tumore al seno a 43 anni, la storia di Veronica: “Affronto la malattia con il sorriso e il sostegno di amici e familiari”

“La mia vita è cambiata lo scorso mese di dicembre quando ho scoperto di avere un tumore al seno. Una notizia che avrebbe potuto abbattere chiunque ma grazie all'affetto dei miei cari e degli amici sono qui a lottare per la mia vita. Non li ringrazierò mai abbastanza per la loro vicinanza, espressa ogni giorno con calore e vivido interesse”.

Inizia così, con un pacifico e a dir poco contagioso sorriso, il racconto di Veronica Dessi, commessa di 43 anni, mamma di tre figli che, da molti mesi, è impegnata in una dura lotta con una grave malattia. Affrontata, ogni giorno, con forza, grinta e profonda serenità d'animo. “Sono qui a condividere la mia storia – confida – e per dare speranza e coraggio a tutti coloro che si trovano nelle mie condizioni. Specialmente quando sembra che il mondo ti stia crollando sotto i piedi senza alcuna possibilità di fuga, o via d'uscita. Ma non è così: c'è del buono in questo mondo, nonostante tutto”.

Il suo calvario inizia un giorno di dicembre quando si reca alla LILT di Biella per una visita di controllo. “Da qualche giorno – riporta – sentivo un fitto dolore al seno sinistro. Dopo le ecografie e gli screening di rito, mi arriva la diagnosi. Puntuale e inappellabile: si tratta di un tumore con metastasi sotto l'ascella. Anche in ospedale arriva la conferma: un tumore che oscilla tra il terzo e il quarto stadio”. Poche parole che pesano come immensi macigni. “In quel preciso istante – sottolinea – non ho pensato a nulla. Non riesci a ragionare o a focalizzare con chiarezza la situazione. C'è solo una certezza: nulla sarà più come prima”.

Le domande cominciano a farsi strada nella mente, così come i pensieri di morte. “Perchè a me? Nonostante i controlli com'è potuto succedere? Sono le domande più ricorrenti – afferma – Poi, ripensi al periodo in cui ti sei trascurata, in un momento di separazione e cambiamento personale, e cominci a ragionare sui perchè e su cosa avresti potuto fare per evitarlo. Poi ti trovi di fronte ad un bivio: lasciarsi andare e vivere nella paura o prendere consapevolezza e affrontare con serenità questo nuovo capitolo della tua vita. Alla fine, ho optato per la seconda via”.

Da dicembre, iniziano le visite, le operazioni, le sale d'attesa e i letti d'ospedale per trattare la malattia, apparsa fin da subito molto aggressiva. “Al termine dei dovuti accertamenti, sono stata operata nel mese di febbraio al seno e nella zona ascellare – spiega - Ringrazio il personale medico dell'Ospedale degli Infermi, in particolare il dottor Massimiliano Bortolini per le cure, l'assistenza e la vicinanza dimostrata. È stata un'operazione pesante, lunga (quasi 7 ore ndr) ma fortunatamente è stata esclusa la possibilità che il tumore avesse intaccato anche le ovaie. Da allora è iniziato un percorso di chemioterapia: dal principio 4 sedute rosse (una ogni due settimane) poi 12 bianche (una a settimana) per poi arrivare ad una nuova operazione al seno, con l'impianto di una protesi, e un'ultima fase di radioterapia, prevista a fine estate. Sono a metà del percorso ma sto affrontando tutto con il sorriso e profonda positività”.

Non mancano, però, anche i momenti bui, come il pensiero della morte o la perdita dei capelli a causa del trattamento di chemioterapia. “È stato un vero shock – ammette – Specialmente vedersi allo specchio, non mi riconoscevo più. Senza capelli, gonfia: non è stato semplice accettarsi. Ci sono momenti dove le giornate sembrano interminabili. A volte, ti domandi anche quando finirà tutto questo. Si è stanchi, mentalmente e fisicamente, ma non si molla mai. Un passo per volta e si supererà tutto. Anche l'idea di morire: è aleggiata per diversi mesi nella mia testa ma, alla fine, ho preso consapevolezza che la possibilità c'è ed esiste ma non mi faccio condizionare da essa. Sicuramente oggi guardo la vita con occhi differenti: vivo ogni momento con entusiasmo, ho imparato ad apprezzare le piccole cose e guardo con attenzione alla bellezza interiore di ognuno”.

Fondamentale in questo percorso di guarigione la vicinanza di amici e familiari. “Senza di loro non so proprio dove sarei oggi – illustra – Forse, mi sarei lasciata abbattere dalla malinconia, dal dolore e dalla depressione. Credo che sia fondamentale circondarsi di persone che trasmettono bontà dandoti quel sostegno e quella spinta per continuare ad andare avanti”. Negli stessi mesi, Veronica ha anche cominciato a condividere sui propri canali social la propria esperienza di vita: “Credo che non ci si debba vergognare della propria malattia – ribadisce con forza – Posto foto e video per dare speranza a chi si trova, come me, nella mia stessa condizione. E, forse, è un modo per aiutarli a trovare quel coraggio per affrontare la malattia”.

Oltre a ciò, assieme ad una fotografa biellese, ha anche realizzato uno shooting fotografico: “L'ho fatto per riscoprire la mia nuova me stessa e mi ha fatto bene – svela – Soprattutto l'autostima ne ha beneficiato”. Infine, un ultimo appello: “Mai lasciarsi abbattere da pensieri, parole e persone negative. Circondarsi di amici e familiari calorosi. Fare sempre prevenzione e soprattutto mai abbattersi. Non si è mai soli, la vita è un dono prezioso e va apprezzata ogni giorno fino in fondo”.

g. c.

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