Difficile trovare le parole giuste per descrivere il dolore dei familiari e degli amici di Laurent. Poche parole, tanti abbracci, lacrime e commozione per testimoniare la difficoltà di accettare quanto è accaduto, in modo inaspettato e improvviso.
Al termine della funzione in Duomo, il rombo dei motori lo ha salutato per l’ultimo viaggio. Laurent non sarà dimenticato, perché lascia nel cuore di tutti l’impronta del suo sorriso, della sua gentilezza e di un grande cuore.
Nell’omelia è stato ricordato in questo modo:
«Questa mattina mi sono un po’ raccolto in preghiera, pensando a questo momento, a Laurent, ai suoi cari, alla sua sposa, a sua figlia, alla sua mamma, a tutti voi, agli amici. La morte giunge spesso improvvisa, affrettata, come un lampo. Ogni giorno siamo chiamati a imparare la logica del sé. E allora, ecco le testimonianze. La prima l’ho avuta dagli amici. Mi ha colpito il comunicato che è apparso l’altro giorno sul giornale per ricordare Laurent, dove si usava un aggettivo, un po’ desueto, che non si adopera più, eppure bello, solenne: “Era un amico leale”, avete scritto.
Che cos’è la lealtà? Proviamo a chiedercelo, ognuno per sé. E spero che qualcuno possa dire di noi, possibilmente da molti, che siamo leali, che conosciamo il valore della parola data, che sappiamo rispettarla, che portiamo in noi un segno forte d’amicizia, negli affetti, nelle relazioni».
Ora, Laurent, amico leale, corri per le vie del cielo e proteggi la tua famiglia e i tuoi amici, che ogni qualvolta accenderanno la moto penseranno un po’ anche a te, immaginandoti con il tuo sorriso. Il tuo ricordo rimarrà vivo in ogni gesto, in ogni parola, in ogni battito del cuore di coloro che ti hanno amato, perché l’amore va oltre ogni confine.









