A Biella, città dove l’artigianalità incontra la discrezione, i cambiamenti non si annunciano mai a voce alta. Semmai, si colgono con uno sguardo attento.
Negli ultimi tempi, tra un caffè in Via Italia, un aperitivo sulle terrazze al tramonto o nei silenziosi uffici tessili, è riapparso un accessorio familiare ma da tempo trascurato: l’orologio da polso.
Solo che oggi non lo si porta per essere puntuali—e neppure per comodità. Nel 2025, il ritorno dell’orologio tra professionisti, creativi e giovani biellesi parla più di gusto che di tempo.
Il ritorno al polso
Per anni, l’ascesa degli smartphone ha segnato il lento declino dell’orologio tradizionale. L’ora si leggeva dallo schermo. Vinceva la funzione. Ma lo stile—come si sa—ha il vizio di tornare.
E a Biella, dove l’eccellenza si cela dietro filati pregiati e gesti misurati, cresce l’idea che il come indossiamo qualcosa conti tanto quanto il perché.
Oggi l’orologio si riscopre non come reliquia nostalgica, ma come scelta consapevole. Portato da architetti, avvocati, imprenditori e studenti, non grida attenzione. È spesso minimalista, spesso meccanico, sempre voluto.
Più del tempo: l’orologio come forma e filosofia
C’è anche una dimensione culturale in questo ritorno. La spinta globale verso la moda lenta, le scelte sostenibili e l’artigianato autentico si sposa perfettamente con l’identità di Biella. Qui la lana si tesse ancora “come una volta”, i sarti hanno nomi conosciuti e le mode veloci vengono accolte con garbata distanza.
In questo contesto, l’orologio appare naturale. Un dettaglio quotidiano che parla di cura—non solo estetica, ma anche valoriale. Nel 2025 non si indossa un orologio perché “serve”. Lo si indossa perché lo si sceglie.
E quella scelta dice molto.
Cosa si vede al polso: gli intramontabili che parlano ancora
Tra gli orologi più avvistati in città, dominano i grandi classici. Modelli che hanno resistito al tempo, in alcuni casi per decenni.
In cima alla lista, il Rolex Submariner. Nato per i sub negli anni Cinquanta, oggi è un’icona a sé. Cassa in acciaio satinato, lunetta girevole, silhouette essenziale: piace a chi ama la forza senza ostentazione.
Sobrio ma deciso, il Submariner si indossa con disinvoltura tanto sotto una giacca blu quanto con una camicia di lino arrotolata. Non è un pezzo da “effetto wow” nel senso tradizionale, ma il suo messaggio arriva eccome.
Altri modelli avvistati a Biella includono cronografi ispirati all’aviazione, con quadranti puliti e fascino funzionale, oppure orologi meccanici minimalisti con cinturini in pelle e quadranti discreti. Breitling, Omega e vecchi Longines tornano silenziosamente a brillare su chi preferisce la forma senza tempo alla funzione vistosa.
L’estetica biellese: sobria, consapevole, intenzionale
Ciò che accomuna questi stili non è solo il design, ma l’atteggiamento. A Biella, dove il gusto si esprime con sottigliezza, l’orologio non è un lusso per farsi notare—è una scelta di durata contro il rumore.
Molti preferiscono gli orologi meccanici non per il bisogno di caricarli, ma perché rappresentano un altro ritmo. Un rifiuto della fretta. Un legame con il mestiere. Che siano automatici o manuali, questi orologi sanno di personale, in un modo che il digitale raramente trasmette.
Ricordano a chi li indossa—e a chi li nota—che il tempo, come lo stile, va misurato con attenzione.
Come si indossano gli orologi a Biella, nel 2025
In città, gli orologi si portano nei modi più vari, spesso riflettendo quel mix di formale e informale che è l’essenza stessa dello stile italiano contemporaneo.
· Un giovane designer tessile può abbinare un diver a un denim grezzo e a scarponcini desert in camoscio.
· Un avvocato in tribunale sfoggia un Rolex in acciaio satinato sotto il polsino di un abito in lana sartoriale.
· Un pensionato che si gode un caffè con gli amici potrebbe indossare un meccanico trentennale, ereditato dal padre o dal nonno—ancora preciso, ancora elegante.
Non c’è una “tendenza orologiera” unica. La scelta è personale: rispetto per la storia, amore per la qualità, desiderio di distinguersi senza alzare la voce.
Un orologio come gesto e come eredità
Nel 2025, molti scelgono meno cose, ma migliori. Un buon orologio incarna questa filosofia. Si indossa ogni giorno, ma non passa inosservato. Non è usa-e-getta. Non si aggiorna ogni anno. Se scelto bene, può durare decenni—o essere tramandato.
Questo cambiamento non è solo biellese. Ma qui, assume un significato speciale. Una città che crede nella produzione lenta, nella competenza locale, nel design ponderato, è naturalmente attratta da oggetti che riflettono gli stessi valori.
Il ritorno dell’orologio non è una rivoluzione. A Biella, è un ritorno alla forma. E una tranquilla riaffermazione di ciò che lo stile, quello vero, ha sempre significato.





