Benessere e Salute - 26 maggio 2024, 10:03

“VIVA. Vita indipendente vita attiva” , quando la disabilità può essere anche indipendenza

Complessivamente sono stati 11 i percorsi attivati che hanno messo al centro il protagonismo delle persone con disabilità

“VIVA. Vita indipendente vita attiva” , quando la disabilità può essere anche indipendenza

“VIVA. Vita indipendente vita attiva” , quando la disabilità può essere anche indipendenza

Raggiungere l’indipendenza per raggiungere il diritto all’autodeterminazione delle persone con disabilità: è questo il principio alla base del progetto “VIVA. Vita indipendente vita attiva” messo a punto a partire dal 2017 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella in collaborazione con i consorzi Iris e Cissabo e con un’ampia rete di partner.

I 3 soggetti capofila hanno investito complessivamente 300.000 euro a fronte di una progettualità che ha messo in campo circa 500 mila euro considerati anche i costi del personale impiegato e il cofinanziamento della rete dei partner; in particolare va citato l’utilizzo degli spazi di Casa Torrione messa a disposizione dalla Caritas e di un appartamento in centro Biella messo a disposizione dal Terzo settore per le esperienze di vita attiva affiancate da volontari.

Semplice ma fondamentale l’idea alla base della sperimentazione: offrire a soggetti con disabilità medio-lieve tra i 18 e i 45 anni (con un focus specifico nella fascia 18-30) la possibilità di vivere una vita indipendente in un contesto protetto grazie alla mediazione di diverse figure professionali capaci di affiancare queste persone nelle difficoltà della quotidianità. Pagare un affitto, le bollette, cucinale, fare il bucato, la spesa, invitare amici a cena o gestire il proprio guardaroba sono azioni normali, quotidiane, per ciascuno di noi, ma concorrono a definirci, a darci una routine della quale spesso non ci accorgiamo, ma per le persone con disabilità sono vere e proprie sfide. Da un lato infatti la disabilità pone limiti e difficoltà, dall’altro c’è forte il tema della fiducia nelle capacità di questi ragazzi di sapersi gestire e poter vivere una vita indipendente; per questo il progetto VIVA ha affrontato il tema a 360°, coinvolgendo le famiglie oltre ai ragazzi e mettendo in campo operatori e figure terze, “il monitore”, in grado di mediare tra tutti i soggetti coinvolti e operare correzioni di rotta necessarie alla buona riuscita del progetto. Partito nel 2017 il progetto si è infatti concluso nel 2023 dopo aver vissuto una fase di ridimensionamento tra il 2020 e il 2021 dovuta alla pandemia.

Complessivamente sono stati 11 i percorsi attivati che hanno messo al centro il protagonismo delle persone con disabilità; ogni destinatario in questo percorso ha potuto contare nella fase iniziale di avvicinamento su una media di quasi due anni di affiancamento (23 mesi) con una spesa mensile di 1.500 euro. Da luglio 2020 a ottobre 2023 il progetto è poi entrato nella vera fase di autonomia abitativa che ha coinvolto 3 persone con una spesa di oltre 150.000 euro che ha permesso a 3 ragazzi e ragazze con disabilità di sperimentare la vita indipendente divenendo una risorsa attiva per la comunità biellese e permettendo alle famiglie di origine di guardare con maggiore serenità al difficile momento del “dopo di noi”.

Le loro storie sono raccontate in un video molto intenso che fa capire come l’indipendenza dei soggetti con disabilità sia un diritto oltre che un’opportunità per una società evoluta; il progetto VIVA, per la sua innovatività ed efficacia è inoltre stato oggetto di studi e tesi di laurea del Corso di Laurea magistrale in politiche e servizi sociali dell’Università degli Studi di Torino.

“La Fondazione con questo percorso ha portato a termine un progetto che riteniamo possa essere di ispirazione anche per altri territori – commenta il Presidente Michele Colombo – nonostante le difficoltà della pandemia VIVA ha dimostrato sul campo l’efficacia delle basi metodologiche e delle buone prassi che lo caratterizzavano, ringraziamo le famiglie, i ragazzi per essersi messi in gioco e tutti i partner senza i quali non sarebbe stato possibile realizzarlo. Ancora una volta il Biellese ha dimostrato di saper fare innovazione sociale condivisa”.

“Il Consorzio IRIS e, suo tramite, il territorio biellese di competenza, hanno creduto e credono nelle iniziative volte a favorire la vita indipendente dei cittadini con disabilità – riferisce il Presidente del Consorzio Marco Romano - L’inclusione nel tessuto sociale e lavorativo costituisce un obiettivo dell’operato dei servizi che ogni giorno sono vicini ai ragazzi e alle loro famiglie con formule all’avanguardia e di riferimento per tutto il territorio”

c.s.fondazione CRB, s.zo.

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