Cronaca dal Nord Ovest - 15 gennaio 2024, 18:40

Bimbo abbandonato, l'uomo che lo ha salvato: "Potessi, andrei subito all'anagrafe a riconoscerlo come figlio mio"

bimbo abbandonato

Bimbo abbandonato, l'uomo che lo ha salvato: "Potessi, andrei subito all'anagrafe a riconoscerlo come figlio mio" (foto di repertorio)

"Subito è stato come sentire un miagolio, pensavo ad un gatto abbandonato. Invece era un neonato, ma il suo era un lamento, perché non aveva quasi la forza di piangere da quanto era stremato". La voce è impastata dall'emozione. Perché un evento del genere non capita tutti i giorni, anzi alla stragrande maggioranza delle persone non capita mai nella vita. 

Paolo Laforet è l'uomo che ha salvato il neonato abbandonato a Villanova Canavese, un gesto che lo ha trasformato subito in un eroe, ma lui si schernisce. "Ho fatto quello che avrebbe fatto qualsiasi persona".

L'operaio divide il merito con la famiglia, la moglie Letizia e il figlio quindicenne Casey, quello che per primo si è accorto che c'era qualcosa che non andava mentre usciva dal cancello di casa. "Io ho subito preso quella creatura e ho cercato di non farmi sopraffare dalle emozioni. In Spagna dicono cuore caldo e testa fredda: ho pensato a come portarlo al sicuro e riscaldarlo, perché non si poteva perdere un minuto".

Solo dopo sarebbe arrivata la telefonata alle forze dell'ordine per raccontare quanto era accaduto. "Quando ho visto quei due piedini che spuntavano dalla borsa, con un asciugamano appoggiato sul petto, con ancora il cordone ombelicale legato, non devi farti prendere dall'adrenalina ma cercare di essere lucido e ragionare. Con mia moglie abbiamo cercato di riscaldarlo con panni caldi e lo abbiamo avvolto lì".

E immediata è nata un'idea: "L'ho subito detto con Letizia: se lo dessero a noi in adozione, lo cresceremmo molto volentieri. Abbiamo anche altri due figli (Seyla di 25 anni che vive con loro e Alen di 30, sposato che vive per conto proprio, ndr). Potessi, andrei subito all'anagrafe a riconoscerlo, come se fosse mio".

Ma se le cose andranno diversamente, Paolo intende comunque non perdere di vista il piccolo Lorenzo. "So che è andato a trovarlo anche il presidente Cirio, ora immagino ci sarà una gara di solidarietà. L'importante è che vada a stare bene. Io, se non sarà possibile adottarlo, voglio continuare a informarmi su di lui, a chi viene affidato, come sta e come cresce". Perché un episodio come quello avvenuto sabato non si è esaurisce in quei momenti ma dura a lungo, forse per tutta la vita.

Massimo De Marzi (Torino Oggi)

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