I lavoratori Sigifer potranno tornare a lavorare. Si tratta dei 79 dipendenti rimasti a casa dopo che Rfi ha sospeso gli appalti all'azienda, a seguito della tragedia di Brandizzo in cui hanno perso la vita 5 operai travolti da un treno.Già nei giorni scorsi si era parlato dell'ipotesi di riassorbire per tre mesi (il tempo della sospensione delle commesse) i lavoratori presso CLF, azienda appaltante dove proprio Sigifer era in subappalto.
Ma in occasione dell'incontro di stamattina presso l'Ance, associazione edili di Alessandria, si sono messi a fuoco alcuni punti con maggiore dettaglio.Ne è emerso che, fino al 31 dicembre 2023 (e salvo proroghe) 53 lavoratori Sigifer saranno effettivamente distaccati presso l’impresa CLF SpA, mentre altri 10 prenderanno servizio presso Uniferr Srl, un altro dipendente, meccanico, andrà presso Promofer Srl e un autista presso Fer Rent Srl. Continueranno invece a lavorare per la Sigifer, percependo però il proprio stipendio per intero, 8 impiegati e un capo cantiere. Completano il conto due lavoratori in Albania, mentre altri tre risultano dimissionari.
"Siamo soddisfatti per il risultato raggiunto, in maniera unitaria - commenta il segretario generale di FenealUil Piemonte, Giuseppe Manta -, ma ora ci attendiamo un’accelerazione nelle indagini sulla strage ferroviaria di Brandizzo e che si avvi presto il processo penale Ci auguriamo anche che si possano celebrare nei prossimi giorni i funerali delle cinque vittime e che Rfi metta rapidamente mano alla revisione dei Protocolli sulla sicurezza ferroviaria, come FenealUil ha chiesto nell’incontro dello scorso 19 settembre a Roma al quale ho partecipato". E aggiunge: "Chiediamo a Rfi che nel protocollo nazionale venga inserita una nuova procedura per i lavori sulle linee ferroviarie che metta al primo posto la sicurezza sul lavoro, preveda una verifica delle retribuzioni e contribuzioni delle ditte subappaltatrici e favorisca le imprese che non hanno avuto incidenti e infortuni".