L'opinione di... - 25 luglio 2023, 06:50

L'opinione di Pietro Brovarone: “Libera ingiuria, in libero web?”

Recentemente uno di questi utenti del web è stato sanzionato con mille euro di multa per aver rivolto al sindaco del suo paese una frase così confezionata: “Che schifo di persona! Mi viene da vomitare”. La sanzione è stata confermata dalla Cassazione che ha ritenuto la frase puramente ingiuriosa e non certo rispondente ad alcun canone di critica politica.

pietro brovarone

L'opinione di Pietro Brovarone: “Libera ingiuria, in libero web?”

I social network vengono spesso usati come strumento per dare libero sfogo ad insulti e ingiurie di ogni genere, quasi che in quello spazio virtuale le regole del vivere civile non avessero alcun valore. Una sorta di far west virtuale dove vige la legge del più forte e del più volgare, dove umiliare e insultare il prossimo è sinonimo di potenza, tanto più se vi è un pubblico che applaude con like a sostegno.

Questa pratica, poi, è particolarmente gradita se fatta in danno di amministratori pubblici o persone che hanno una certa visibilità mediatica. Recentemente uno di questi utenti del web, forte della personale convinzione che la rete sia uno spazio senza regole, è stato sanzionato con mille euro di multa per aver rivolto al sindaco del suo paese una frase così confezionata: “Che schifo di persona! Mi viene da vomitare”. La sanzione è stata confermata dalla Cassazione che ha ritenuto la frase puramente ingiuriosa e non certo rispondente ad alcun canone di critica politica. In buona sostanza, secondo diritto e giurisprudenza, tutto ciò che è volto a colpire la persona in quanto persona, a denigrare gli aspetti fisici, a colpire la sua sfera morale, non può mai essere considerato critica politica.

La critica politica, anche aspra, attiene alle scelte che la persona che riveste un ruolo pubblico compie nel suo operato: si può criticare la tempistica di un'opera pubblica, l'utilità o l'opportunità di scelte che incidono sulla vita dei cittadini contestando l'operato degli amministratori, ma attacchi alla persona che ne sviliscano la dignità sono fatti penalmente rilevanti anche se portati nella piazza virtuale della rete dove ci sembra più facile lanciare la pietra e nascondere la mano. Parafrasando Cavour, quindi, non può passare il principio del "libera ingiuria, in libero web".

Pietro Brovarone

Ti potrebbero interessare anche:

SU