“Avendo atteso inutilmente una risposta alla nostra mail di metà dicembre, in cui invitavamo il Ministro della Salute ad attivare un serio, efficace e non costoso programma di screening su tutto il territorio nazionale, abbiamo deciso di rivolgerci, questa volta, direttamente alla Presidente del Consiglio e all’intero Governo. “ afferma Deanna Gatta, la presidente biellese di ALCASE Italia, l’unica e certamente la più seguita ed influente organizzazione nazionale non-profit esclusivamente dedicata ai bisogni dei malati, dei loro familiari e di tutte le persone a rischio di ammalarsi di cancro del polmone.
“Vogliamo evitare che si continui con costose sperimentazioni, tavoli di lavoro, studi e progetti che coprono solo parzialmente il territorio italiano ma che svuotano le casse dello Stato, facendo felici i centri ospedalieri coinvolti ma non la popolazione. E pertanto abbiamo espresso chiaramente il nostro pensiero: Per un buon programma di screening polmonare non occorrono decine e decine di professionisti, sono sufficienti i tanti centri qualificati per l’effettuazione di una LDCT presenti in ciascuna provincia italiana e due/tre grandi centri nazionali di radiologia super qualificata per una seconda lettura delle immagini, la conferma o meno della prima refertazione, e le indicazioni di follow-up, tutto in accordo con le linee guida internazionali sullo screening”.
Si attende ora una risposta che venga incontro da un lato al primo obiettivo di ALCASE di salvare migliaia di vite umane e dall’altro alla giusta esigenza di ottimizzare le spese a carico dello Stato.
Di seguito alcuni punti della Lettera aperta indirizzata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al Ministro della Sanità Prof. Orazio Schillaci e a tutti gli altri Ministri componenti la compagine governativa «Non sono qui a parlarLe di tumore del polmone, della sua alta mortalità (dati ISS) e della assoluta necessità di implementare, su tutto il territorio nazionale, un programma capillare di screening basato sulla tomografia computerizzata del torace a bassa dose di radiazioni (LDCT), come richiesto da quasi 18.000 italiani e da molte società medico-scientifiche e come riconosciuto dallo stesso governo precedente che, con l'istituzione della Rete Italiana Screening Polmonare (RISP), ha inteso dare una prima risposta al problema che noi solleviamo da anni. Per inciso, ALCASE ha lealmente sostenuto il programma RISP, pur evidenziando i molti aspetti negativi di un decreto, che, in realtà, finanzia una costosissima sperimentazione clinica a tempo (fine prevista per settembre 2023). Sono qui, invece, a chiederLe di istituire, urgentemente, un tavolo di discussione per ciò che dovrà -fra pochissimi mesi- sostituire il RISP. E lo chiedo con estrema preoccupazione, perché non vorremmo si tornasse alla condizione di prima, quando nessun tipo screening per il cancro del polmone era in atto. Ma non vorremmo neanche fossero ripetuti i tanti errori del RISP! Ora, Onorevole Meloni, Lei è la persona che ha più potere in Italia, secondo la legge dello Stato e secondo la legge della Democrazia, e gode di ampio consenso popolare. Ora, ci rivolgiamo a Lei perché investa chi ne ha la responsabilità, del compito di tradurre in legge dello Stato un programma nazionale di screening per il cancro del polmone che sia snello, capillare, vicino alla gente. A tale riguardo, mi permetto di suggerire poche semplici mosse:1. Invitare tutti i cittadini italiani a rischio (la categoria individuata nel progetto RISP va benissimo) a chiedere un appuntamento al più vicino centro ospedaliero qualificato, per l’effettuazione di una LDCT e, nel contempo, 2) fare ampia pubblicità su tutte le reti nazionali per questa nuova opportunità di difesa della propria salute offerta dal governo italiano; 3) creare 3 nuovi centri nazionali (uno per ogni area geografica maggiore del Paese, ma non necessariamente) formati da radiologi super qualificati per una seconda lettura delle immagini LDCT inviate loro via web, per una loro refertazione e -seguendo le linee guida internazionali 11 - per la prenotazione di un successivo esame LDCT di follow up o per l’invio immediato al più vicino (al paziente) centro interdisciplinare di diagnosi e cura dei tumori; 4) verificare costantemente i risultati ottenuti e fare eventuali aggiustamenti organizzativi; 5) aggiornare costantemente le linee guida cui si fa riferimento, in base a quanto emerge di nuovo nella letteratura medico-scientifica. Noi di ALCASE non abbiamo nulla da guadagnare o da perdere in questa vicenda. Abbiamo solo una stella polare: Salvare 5000 vite umane all’anno da morte certa! Siamo sicuri (vogliamo esserlo) che Lei, Onorevole Meloni, riesca a percepire l’importanza, l’urgenza e l’etica di muoversi subito e bene. Ci vuole una speciale sensibilità per capire ed abbracciare un giusta causa che ha il solo difetto di non essere tutti i giorni sotto i riflettori dei media. Come donna che si rivolge ad altra donna, sono certa di Lei e della sua umana sensibilità.»





