Lo sport ad alto livello è fatto di sacrifici e impegno degli atleti e dei tecnici; di sforzi economici e personali degli sponsor (ne sa qualcosa il presidente di Pallacanestro Biella Antonio Trada, che pervicacemente crede nei valori dello sport ed economicamente sostiene il fiore all’occhiello dello sport biellese); lo sanno ex dirigenti Coni come il sottoscritto, che conoscono la complessità degli apparati e le difficoltà in cui versano le società sportive al di fuori dell’ambito calcistico professionale in Italia.
I media sono la cassa di risonanza dei risultati, lo spazio per i commenti e le polemiche dopo partita, insomma, il pepe nella minestra degli appassionati; non un mezzo da utilizzare per i proclami con foto in prima pagina, soprattutto se, a questi, segue la delusione del mancato risultato. Questo è quanto accaduto purtroppo nei giorni scorso a proposito degli strombazzati emendamenti alla legge sulle sponsorizzazioni: il credito d’imposta, il principale fra questi, respinto senza appello, è così rimasto tra le pieghe dei giornali; tra speranze ed illusioni di appassionati e sportivi.
Forse al nostro territorio servirebbe più potere “vero” dietro ai ruoli formali dei nostri rappresentanti nelle associazioni dei comuni e in parlamento o invece, in senso più generale, più lavoro dietro alle quinte e meno proclami illusori ai quali seguono, fatalmente, polemiche sterili.Più azione e meno chiacchiere insomma.
Fortunatamente però abbiamo anche politici, imprenditori locali e un paio di fondazioni che, senza fare promesse e con un lungo lavoro quotidiano, si muovono con cautela per portare a casa del territorio quanto ragionevolmente possibile, un passettino alla volta: strade, ferrovie, una “medaglia” Unesco e altri discreti valori di marketing territoriale. In mezzo ci stanno anche gli 015, che non hanno funzionato; ma almeno il tentativo è stato fatto. Il Biellese era ed è terra di concretezza; i bla bla li lasciamo ad altre latitudini.





