“Non è facile accettare questa tragedia, non avere un corpo su cui poter piangere. Non dispero di ritrovare mia sorella Giuseppina nonostante siano trascorsi 50 anni dall’alluvione della Valle di Mosso”. La disperata richiesta di aiuto, la drammatica storia della sorella Josè Maria, ora residente a Marsala in Sicilia, che si rivolge a tutti coloro che potessero in qualche modo fornirle notizie. Allora era il 1968, il 2 novembre, la sorellina aveva 3 anni con i capelli ricciolini e biondi. Da quel 2 novembre non ha avuto più nessuna notizia. Trascinata via dall’impeto dell’acqua. Tuttora Giuseppina risulta iscritta nell’elenco delle persone scomparse.
Ecco la storia La famiglia Giacalone è arrivata nel Biellese agli inizi degli anni ’60 alla ricerca di un lavoro nell’Italia del boom economico. All’ospedale di Biella era nata Josè Maria. “Quella sera eravamo in casa –racconta Josè Maria- e ricordo che mia mamma, visto che pioveva tanto, aveva da poco comprato gli stivali al mio fratello Vito. Appena arrivati a casa mio papà Leonardo ha detto a mia mamma Rosaria Scurti di salire al piano superiore insieme a Vito”. La scala era esterna e l’impeto dell’acqua mista a fango e detriti non aveva permesso alla donna e al fratellino di arrivare nelle camere, in quelle stanze che potevano risultare un’ancora di salvezza.
“Ero sul divano –dice ancora Josè Maria- in compagnia della mia sorellina quando il papà ci ha detto che dovevamo metterci in salvo, uscire in qualsiasi modo dalla nostra casa perché era pericoloso rimanere al piano terra”. L’acqua saliva a vista d’occhio e così l’uomo ha preso in braccio le due piccoline mentre la mamma il fratello Vito. “Aggrappatevi a me mi ha detto mio papà”. L’impeto dell’acqua e del fango era terribile. “Appena usciti alla pioggia sentivo persone urlare, gridare, attimi indimenticabili. Mio padre è caduto e si è rialzato per due volte, alla terza ho visto Rosa Maria mentre veniva portata via dall’acqua. L’ho seguita con lo sguardo fino a quando ho potuto. Io sono stata fortunata perchè papà è riuscito a trattenermi grazie ai miei capelli lunghi”. Attimi strazianti, di impotenza verso la furia della natura, attimi vissuti da una bimba che aveva 5 anni.
Da allora Giuseppina Giacalone risulta dispersa. “Mio padre non si è mai arreso –racconta Josè Maria- ha sempre continuato a cercarla, chiedere notizie in comune e alle forze dell’ordine. Abbiamo saputo del ritrovamento di corpi ammassati in qualche angolo della valle ma mia sorella non era tra quelli. Dopo un anno ci siamo trasferiti perché papà aveva sempre davanti agli occhi la terribile scena. Non è facile accettare questa tragedia, non avere un corpo sul quale piangere. Nel 2014 è morto con il cuore gonfio di lacrime e con l’immagine di mia sorellina che allungava la mano per cercare di aggrapparsi a noi, a qualcosa”. Rosa Maria ora potrebbe avere 53 anni, sua sorella non dispera un giorno di poterla riabbracciare. “Nel mio cuore sento che è ancora viva –conclude la Giacalone- magari non ricorda nulla, questo non lo posso sapere ma la speranza è l’ultima a morire. Se avesse uno sprazzo di memoria deve sapere che i suoi fratelli la stanno aspettando. Aiutatemi a ritrovarla”.





