Il 15 di dicembre è uscito il rapporto BES (Benessere Equo e Sostenibile in Italia) dell’ISTAT dal quale emergono interessanti dati riguardanti salute, benessere,istruzione, sicurezza, ecc. In poche parole il ritratto dell’Italia con le variazioni rispetto agli anni precedenti.
Per quanto attiene all’indicatore rappresentato dalla speranza di vita alla nascita si rileva che in Italia nel 2016 è di 82,8 anni con completo recupero rispetto al calo registrato nel 2015 (nel 2015 si verificò in Italia ed in molti paesi Europei un picco di mortalità che provocò una riduzione dell’aspettativa di vita di 5 mesi). Le differenze di genere fanno si che gli uomini abbiano una aspettativa di vita di 80,6 anni, il massimo assoluto, mentre le donne tornano al dato record del 2014 di 85 anni
Da notare comunque che le differenze di genere negli ultimi anni si sono attenuate e continua a diminuire il vantaggio femminile : in 10 anni gli uomini hanno guadagnato più di 2 anni di vita mentre le donne un solo anno.
Nel confronto con gli altri paesi Europei l’Italia mantiene il secondo posto, dopo la Spagna (83 anni) e prima della Francia. A 65 anni l’aspettativa media di vita è di un anno in più rispetto alla media Europea ed è di 22,2 anni per le donne e 18,9 anni per gli uomini. Quindi tutto bene ? Non proprio perché se si calcola la speranza di vita senza limitazioni nelle attività a 65 anni si hanno 7,8 anni per gli uomini (a fronte di 9,4 anni della media europea ) e 7,5 anni per le donne (rispetto ai 9,4 anni della media europea). Riassumendo: in italia si vive più a lungo rispetto alla media Europea ma le limitazioni nelle attività compaiono 1,7 anni (uomini) 1,9 anni (donne) prima della media europea.
In Italia il record della longevità spetta anche nel 2016 alle province di Trento (83,8 anni) e Bolzano (83,4 anni) e Regione Marche (83,4 anni). Confermano il record negativo Campania (81,1 anni) Sicilia (81,8 anni e Valle d’Aosta (81,9 anni). La differenza di oltre 2 anni nell’aspettativa di vita e quella di ben 4 anni nell’ aspettativa di vita in buona salute alla nascita tra Nord e Sud vita dovrebbero far riflettere , in particolare chi ha responsabilità gestionali della salute in queste Regioni.
Il rapporto prende in considerazione anche gli stili di vita, che tanto influenzano lo stato di salute ed il processo di invecchiamento. Per questi aspetti, in sintesi, fa rilevare che si registrano solo modesti miglioramenti in quanto si riduce la popolazione sedentaria (che però rimane a livelli ancora elevati, pari al 39,4%), il consumo di frutta e verdura aumenta ma piuttosto lentamente ed è ottimale solo in circa il 20% della popolazione, le persone in sovrappeso sono in numero stazionario (44,8% degli adulti) ed anche gli obesi sono in percentuale stazionaria (10% degli adulti), come pure stazionari risultano il fumo (20% della popolazione si dichiara fumatore) ed i consumi da alcol oltre la soglia consentita per genere e per età (16,7%).
Per chi volesse approfondire il rapporto BES è scaricabile al link https://www.istat.it/it/files/2017/12/Bes_2017.pdf





