ATTUALITÀ - 30 ottobre 2017, 07:50

Bruna Alpina Originale, razza a rischio estinzione. L'impegno della Regione Piemonte

Bruna Alpina Originale, razza a rischio estinzione. L'impegno della Regione Piemonte

“L’impegno dell’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero a riconoscere la Razza Bruna Alpina Originale come a limitata diffusione e a rischio estinzione è molto positivo, perché ciò consentirà alle imprese di accedere agli aiuti previsti dal Psr e, quindi, agevolerebbe un suo mantenimento e conservazione. Tale razza, peraltro, è già sostenuta in Lombardia e Trentino, ed è positivo che il Piemonte intenda allinearsi”. E’ positivo il commento di Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli Biella all’esito dell’incontro avuto nei giorni scorsi a Domodossola (VB): “Un vertice che ha visto la presenza di rappresentanti di allevatori della Bruna Originale e di associazioni come l’Arap e la stessa Coldiretti, e che riconosce un’azione di sensibilizzazione intrapresa dalla stessa Coldiretti, che aveva scritto una lettera all’assessore così come anche l’Ara, Associazione Regionale Allevatori: nelle quattro province di Vercelli, Biella, Verbania e Novara,  la consistenza della Bruna Alpina Originale è di circa 250 capi, allevati da una quindicina di imprese”.                                                                                                        
Si tratta del ceppo originale della Razza Bruna, nato in Svizzera, a duplice attitudine latte/carne e molto adatta all’alpeggio, per la sua spiccata rusticità: fu la regina incontrastata delle nostre Alpi fino agli Anni Quaranta del secolo scorso quando tale  razza venne affiancata dalla Brown Swiss, incrocio americano della Bruna alpina, atta a produrre più latte. Restano tuttavia ceppi della razza originale in Valsesia, Biellese, Ossola Verbano e Alto Novarese, oltrechè nella contigua Svizzera (qui documenti ne accertano l’allevamento da oltre 1000 anni), in Alta Lombardia, nell’Alto Adige e poi ancora in Austria e Germania: si tratta di bovino di mole media, dal caratteristico mantello bruno uniforme con ossatura robusta, tronco basso e bacino ampio; la corporatura è robusta e di buona muscolatura.Gli arti massicci e gli unghioni consentivano una ricerca di foraggio in terreni difficili con poca erba e rare fonti d’acqua. Longeva, produce una carne di ottima qualità e si adatta ottimamente all’allevamento con vacche nutrici. “Valorizzare e sostenere il lavoro dei nostri allevatori, custodi fin dall'antichità dei territori più disagiati, è il nostro obiettivo a beneficio dell'intera economia delle terre alte di Valsesia e Biellese. Le aziende presenti nelle aree svantaggiate, inoltre, svolgono anche un importante ruolo di protezione dei fenomeni di dissesto idrogeologico”  conclude il presidente Dellarole.

l.l.

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