SPORT - 28 ottobre 2017, 13:59

“Educazione e formazione unite alla passione per il calcio”

A parlare Massimo Giunta, responsabile delle giovanili del Vigliano, ha descritto lo stato di salute del settore giovanile e i primi bilanci di questa realtà. “Ciò che vogliamo fare è creare un gruppo di lavoro amicale, dalle basi solide per costruire un domani una scuola calcio di prim’ordine. I risultati verranno di conseguenza. Abbiamo chiesto ai genitori di lasciar da parte le polemiche e i malumori che potrebbero insorgere nel corso di una partita: questi atteggiamenti non fanno bene né al giocatore, né al modello di calcio che vogliamo attuare”

“Educazione e formazione unite alla passione per il calcio”

Passione, aggregazione e formazione di nuove generazioni. Questi i capisaldi principali del nuovo settore giovanile del Vigliano pronto a riportare con rinnovato entusiasmo dopo anni di difficoltà. Per questo Massimo Giunta, responsabile delle giovanili del Vigliano, ha tracciato primi bilanci, delineando i principali temi da affrontare nei prossimi mesi.

Durante l’estate nuovi dirigenti sono subentrati in seno alla società Vigliano, portando nuova vitalità alla prima squadra e al settore giovanile. Può tracciare un primo bilancio di questi primi mesi di settore giovanile? “Innanzitutto, vorrei ringraziare la società per avermi dato fiducia: in particolare al presidente Maurizio Camatti (e la moglie Rosanna) e al vice Paolo Daniele. Fin dagli albori il progetto del settore giovanile del Vigliano mi ha intrigato particolarmente. La mentalità e lo scopo finale mi hanno convinto soprattutto: creare un ambiente familiare e di formazione per il ragazzo. Ciò che vogliamo fare è creare un gruppo di lavoro amicale, dalle basi solide per costruire un domani una scuola calcio di prim’ordine. I risultati verranno di conseguenza. Occorre prima piantare i semi nell’orto”.

Quali sono stati gli interventi realizzati nel settore giovanile del Vigliano? “Non nascondo che il lavoro è stato imponente e la fatica si è fatta sentire. Ma con la passione e l’impegno siamo riusciti a creare un gruppo di lavoro solido in vista delle prossime stagioni. Pian piano i risultati stanno arrivando: 27 ragazzi del 2004 fanno parte del gruppo dei Giovanissimi e, al momento, 10 piccoli calciatori fanno parte dei piccoli amici. Stiamo ancora cercando dei giovani da aggregare alla scuola calcio. Passione e aggregazione saranno i nostri cavalli di battaglia. Inoltre, dovevamo sopperire alcune lacune e dimenticanze scaturite nella scorsa annata; credo che in qualunque società debba subentrare la massima collaborazione tra dirigenti, allenatori, responsabili, collaboratori. I rapporti umani sono importanti in qualunque ambito lavorativo e sportivo ed è ciò che vogliamo costruire qui a Vigliano. Spesso, nei settori giovanili, si sente parlare di progetti a lungo periodo: nella realtà, nonostante le buone premesse iniziali non superano l’anno di vita ed hanno vita relativamente breve. Occorre mettere passione in ciò che si fa e ricostruire una base solida per il futuro che verrà”.

Come giudica il lavoro svolto finora dalle categorie Juniores e Giovanissimi?
“Per quanto riguarda la Juniores, all’inizio non si era formato un gruppo di lavoro pienamente collaborativo: ora, a distanza di qualche mese, si nota maggior grinta e desiderio di mostrare il proprio potenziale. In settimana i giocatori si allenano con intensità e maggior serenità rispetto a prima. Per i Giovanissimi, invece, si apre un discorso totalmente opposto: purtroppo negli ultimi due anni si è svolta poca formazione calcistica; per questo che abbiamo deciso di ripartire dalle basi. Da questo punto di vista i ragazzi sono straordinari: c’è il giusto entusiasmo e il gruppo è davvero unito”.

Quali sono i modelli di settori giovanili a cui lei si ispira?
“Mi ispiro molto al lavoro quotidiano del settore giovanile del Torino Calcio. Dal momento che mio fratello ha avuto l’opportunità di giocar in quel contesto, ho osservato i loro metodi di lavoro sul campo, impiantandoli qui a Vigliano. Si segue il ragazzo a 360 gradi affiancandogli figure o dirigenti capaci di seguire il giovane sotto ogni aspetto, dalla scuola alle scelte di vita quotidiane. Educazione e formazione unite alla passione per il calcio”.

Una formazione che deve necessariamente partire anche fuori dal campo: avete già pensato a come affrontare questi temi con i genitori? 
“Al primo incontro con i genitori del settore giovanile abbiamo chiesto di lasciar da parte le polemiche e i malumori che potrebbero insorgere nel corso di una partita: questi atteggiamenti non fanno bene né al giocatore, né al tifo né al modello di calcio che vogliamo attuare. Per questo siamo aperti al dialogo, al sostegno e al confronto con i genitori”.

Quali sono i vostri obiettivi stagionali?
“Essendo una realtà che è ripartita da zero da pochi mesi, non ci siamo posti obiettivi per la stagione invernale. Rimaniamo con i piedi piantati bene a terra, in attesa dell’estate dobbiamo abbiamo intenzione di partecipare ad alcuni tornei estivi, ricreando un campus a Vigliano Biellese”.  

g. c.

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