Newsbiella Young - 27 aprile 2017, 09:40

Storie di "guerra" per le strade di Biella

Storie di "guerra" per le strade di Biella

In una soleggiata mattinata di aprile, la classe 5° E del Liceo Scientifico delle Scienze Applicate, ha preso parte al progetto “Città in guerra”, caratterizzato da una passeggiata di circa un’ora e mezza nel centro cittadino di Biella, nei luoghi interessati dalla Seconda guerra mondiale e dalla Resistenza. L’uscita è stata organizzata grazie alla collaborazione dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia.

Il percorso è iniziato in piazza San Giovanni Bosco, ex piazza san Cassiano, dove è avvenuto l’incontro con il giovane dottor Maurizio Regis, il quale ha poi guidato la classe lungo tutto il tragitto programmato.

In piazza, il dottore ha rievocato la rappresaglia delle SS nei confronti di sette partigiani: le SS, dopo aver bevuto una birra presso la “Menabrea”, incappano in un gruppo di partigiani (in quella che oggi è via Italia), che stanno raggiungendo nottetempo le proprie abitazioni e che sparano sui tedeschi ferendone uno, il quale morirà poche ore più tardi.

Le SS vorrebbero dare alle fiamme il quartiere di Riva, ma vengono fermati dall’intervento del vescovo e del parroco. La rappresaglia consisterà, quindi, nell’uccisione di sette prigionieri partigiani prelevati dal carcere del Piazzo.

Il plotone d’esecuzione spara sui sette partigiani davanti alla locanda del Gallo antico. Uno di loro, ferito non mortalmente, si salva fingendosi morto, protetto dai cadaveri dei compagni, e si rifugia in chiesa dove può godere del diritto di immunità e della protezione del parroco, che si rifiuta di consegnarlo ai tedeschi. Dopo il tragico evento, il partigiano cambierà il nome in Evaso, poiché “evaso dalla morte”. I corpi dei partigiani uccisi sono lasciati insepolti ed esposti al pubblico come esempio di punizione nei confronti di chi si macchia del reato di alto tradimento e come terribile monito.

I ragazzi hanno poi proseguito la visita fin sotto i portici del Comune dove hanno letto le targhe in memoria della Resistenza, che sottolineano come i partigiani combattessero non solo una guerra per la liberazione dai nazifascisti, ma una guerra per la riconquista della libertà.

Una delle targhe mostra una frase di Piero Calamandrei, uno dei padri della nostra Costituzione; un’altra targa, invece, è stata realizzata in occasione del conferimento della Medaglia d’oro al valor militare di cui Biella è stata insignita; una terza ricorda tutti coloro che caddero in nome di LIBERTÀ, DEMOCRAZIA e GIUSTIZIA, i valori che animavano la guerra contro il regime.

Gli studenti sono quindi passati davanti all’ex hotel Principe, in via XX Settembre, sede del Comando dell’esercito tedesco, dove nel 1945 è stato firmato l’Atto di resa dei tedeschi in Piemonte.

La visita è continuata presso Villa Schneider, sede del comando delle SS, all’interno della quale, nei sotterranei, venivano interrogati e torturati i prigionieri dalle SS italiane; la gente non passava volentieri lì vicino perché dalle finestre del seminterrato spesso si sentivano le grida dei detenuti. Oggi sono appese alle pareti didascalie e foto delle SS che operavano a Biella e alcune pagine di giornali che ricordano i tragici fatti di allora. La villa era anche sede di Radio Baita che svolgeva azione di propaganda nazifascista. La radio partigiana, Radio Libertà, era situata sulla Serra, ma immediatamente dopo la liberazione di Biella, sarà trasferita proprio a Villa Schneider, per la migliore efficacia delle trasmissioni.

Dopo essere passati di fronte alla torre littoria, in via Pietro Micca, su cui si distingue la scritta DUX, il percorso si è concluso, in piazza Martiri dove si è perpetrato il più grave eccidio del territorio, nel giugno del 1944: ventidue partigiani, di età compresa tra i 17 e i 32 anni, catturati durante i rastrellamenti attuati dai nazifascisti, sono stati fucilati. I loro cadaveri sono stati esposti in quella piazza che, circa dieci mesi più tardi, si sarebbe riempita della folla festante per la fine della guerra e la liberazione.

Nella giornata di 25 aprile, si celebra la festa della Liberazione, benché, come si sa, Biella si sia liberata da sola il 24 aprile, e si ricordano tutti coloro che si sono battuti, anche sul territorio biellese, per la libertà del nostro Paese.

 

Arianna Toeschi, III C LSSA,Matilde Maccario, IV D LSSA,Maria Zerbola, II F LS

SU