A tavola con gusto - 01 aprile 2017, 08:10

Da Soverato al "Cotton Club Sushi Bar" di Biella FOTOGALLERY e VIDEO

La Passione di Pietro Sangiugliano per il flair bartending

Foto Giuliano Fighera

Foto Giuliano Fighera

Nell'ambito del rinnovamento del locale "Cotton" di viale Roma c'è anche una novità da scoprire e tutta da bere.  Per chi ama  il Sushi preparato dalla cucina del Cotton Sushi Bar e vuole i giusti abbinamenti di vini e drink, dietro il bancone trova Pietro Sangiugliano, barman di 25 anni. I suoi consigli spaziano in base al  piatto, proponendo di volta in volta un rosso o un bianco,  a volte delle bollicine, degli Champagne o dei rosè, ma soprattutto i drink, con moltissime varianti e con le spettacolari evoluzioni  di Pietro, i cocktail sono ancora più gustosi.

Ma chi è Pietro Sangiuliano  ?

"Ho iniziato da bambino – racconta a NewsBiella – quasi per gioco. A 13 anni ho ricevuto il mio primo impiego presso un catering di Lamezia Terme. E da lì è davvero nata la mia grande passione. M avevano costruito addirittura uno sgabello per riuscire a raggiungere il bancone".

In verità la sua aspettativa lavorativa mirava a ben altro. "Ho frequentato il liceo scientifico, e non l'istituto alberghiero come tanti miei colleghi. Vengo da una famiglia di dottori e musicisti e avrei voluto seguire una di queste professioni. Ma il giorno in cui avrei dovuto presentarmi per i test di ammissione all'università ho capito che non era la mia strada, e che avrei dovuto realizzare il mio sogno di bambino: fare il barman".

Per raggiungere questo livello di professionismo è necessaria una certa costanza. "Io ci ho impiegato una vita – racconta ancora - perché prima di accedere ai corsi ho acquisito un'esperienza di 12 anni. Nei fine settimana, e soprattutto nel periodo estivo, ho lavorato in diversi tipi di locali, passando dalle discoteche e dai ristoranti".

Quattro anni fa ha frequentato il corso base presso la Campari Accademy di Sesto San Giovanni dove ha ottenuto anche la specializzazione in "Arte, design e creatività" con Simone Caporale, maestro di bartending e mixology.

"Io penso che questo mestiere abbia tante sfaccettature. La più importante è sicuramente regalare un'emozione e un'esperienza al cliente. E questo si raggiunge pescando dal mazzo di carte a nostra disposizione quelle giuste al tempo giusto e in modo equilibrato: profumo, gusto, acidità e tutto l'aspetto visivo". Proprio a questo scopo Pietro ha raggiunto un secondo master per imparare ad utilizzare nello stesso drink tutti i sensi.

Oggi si sente davvero soddisfatto. "Ogni giorno scopro tantissime cose che mi appassionano tantissimo e mi spingono ogni giorno a fare meglio: il cocktail che poteva non piacere ai clienti, oggi è richiestissimo. Non bisogna mai fermarsi davanti a una porta chiusa o, viceversa, sentirsi arrivati dopo aver completato un corso di livello avanzato o per aver lavorato in un hotel di grande lusso – ricorda – ma essere sempre pronti a mettersi in gioco".

Non si sente, infine, di dare un giudizio sui colleghi che lavorano sul territorio: “Ci sono molti colleghi che amano il proprio lavoro, dimostrandolo sempre coi fatti il loro valore. I ragazzi più in gamba sono quelli che hanno portato a casa un risultato concreto. Conta solo chi ama il proprio mestiere e chi ci mette davvero l'anima. Tutto questo è ovviamente condito dall'impegno. Chi si impegna maggiormente è sicuramente chi ha i risultati migliori".

Tanti sono anche i suoi progetti per il futuro. "Per ora mi vedo qui al Cotton. Un domani mi piacerebbe riprendere il flair - specialità del bartending, meglio conosciuta come freestyle - ovvero, le acrobazie con bicchieri e boston shaker. Ho già partecipato ad alcune gara di questa disciplina anche se l'ansia è sempre tanta. Ho anche partecipato a gare di mixology e freepuring, cioè comporre un certo numero di drink nel minor tempo possibile".

 

g.c.

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