Aria di tempesta nel Cordar, dove continua la contrapposizione tra i dipendenti e l’amministratore delegato Enrico Ferraro. Motivo del contendere il premio di produzione, i lavoratori, dopo aver rinunciato alle cifre consuete (pari allo stipendio base più il 35%) avevano chiesto che si arrivasse almeno al 75%. Ferraro ha rilanciato proponendo il 64%, già a partire dall’anno scorso, cifra che in assemblea è stata rifiutata, annunciando un possibile sciopero, il primo nella storia del Cordar dopo ventiquattro anni di attività.
I dipendenti della municipalizzata hanno quindi inviato una lettera in prefettura, chiedendo di trovare una soluzione, in mancanza di proposte però, passati i dieci giorni di rigore per annunciare lo stato di fermo, i lavoratori del Cordar, tutti tranne quelli reperibili per le eventuali emergenze, incroceranno le braccia.
Altro fronte che resa aperto è quello dell’appalto per la manutenzione dei lotti comunali, bloccato dai ricorsi di alcune aziende biellesi che si erano viste escluse dalla decisione di unire tutti i lavori in un unico lotto.