Music Cafè - 08 novembre 2017, 13:50

Il Festival dei Giovani Aironi parla biellese, primi The Bowman VIDEO

Il Festival dei Giovani Aironi parla biellese, primi The Bowman VIDEO

Si chiamano The Bowman. Suonano da circa un anno nei locali di tutta Biella, spostandosi da un concerto all’altro del territorio, mostrando tutto il loro talento musicale. Sabato scorso hanno ottenuto un importante riconoscimento, aggiudicandosi il Festival dei Giovani Aironi di Vercelli 2017, giunto alla terza edizione. I loro nomi: Elisa Negro, voce del gruppo; al basso Mattia Bellini; alla chitarra Marco Vialardi; Giacomo Cortese alle tastiere e Leonardo Gioli alla batteria. Questi i membri dei The Bowman che, nei prossimi mesi, avranno la possibilità di accedere ad una sala di registrazione a Vercelli; inoltre avranno a disposizione circa 25 ore di tempo per incidere e montare un video professionale di alcuni loro brani musicali.

Per l’occasione, Newsbiella ha intervistato la cantante dei The Bowman, Elisa Negro.

Perché avete scelto The Bowman per indicare il nome della vostra band? “Quando sono arrivata nel gruppo, il nome della band era “Plin Foj”, un simpatico mix tra i famosi tortellini e il termine “foj”, che in piemontese significa “pazzo”, attribuito dalla nonna di Leonardo; erano un chiaro riferimento ed una storpiatura del famoso gruppo musicale Pink Floyd. Le canzoni da noi proposte in quel periodo erano classici pezzi rock; in seguito abbiamo deciso di intraprendere una strada diversa, che si avvicinasse molto di più al nostro modo di essere. Abbiamo cambiato genere, passando al Blues e al Rock-Blues, e assumendo il nome “The Bowman”.Questo nuovo nome è stato trovato casualmente in una sera tra birra e amici. Ci è piaciuto perché il “bowman”, ovvero l’arciere, colpisce dritto verso l’obiettivo; è una metafora di ciò che vorremmo fare anche noi con la musica, nel cuore e nella testa di chi ci ascolta. Anche alcuni membri della band sono cambiati rispetto ad un anno e mezzo fa: Mattia Bellini è diventato il nostro nuovo bassista così come Marco Vialardi è passato alla chitarra. Siamo molto orgogliosi di Mattia, perché ha imparato a suonare il basso da solo e in pochissimo tempo”.  

Perché avete scelto di prendere parte al Festival dei Giovani Aironi di Vercelli?
“Un po’ per gioco, un po’ per curiosità: volevamo metterci alla prova con altre band musicali. Abbiamo passato le selezioni al secondo giorno su tre serate a disposizione. Le selezioni erano alle Officine Sonore di Vercelli, mentre la finale si è tenuta al Teatro Civico, sempre a Vercelli”.  

Quali canzoni avete portato sul palco?
“Abbiamo portato “It’s a Man’s man’s man’s world” di James Brown, brano a cui tengo molto, il nostro brano inedito “Potion” e “Great balls of fire” in onore di Jerry Lee Lewis. Eravamo molto carichi, esaltati ed emozionati, ma una volta sul palco abbiamo preso confidenza con il nostro habitat naturale”.  

Il livello della gara era molto elevato e quali erano i membri della giuria? “La serata era strutturata in questo modo: erano presenti i gruppi finalisti preceduti da alcune band “padrine” di gruppi con più esperienza. Queste ultime, per lo più, arrivavano da fuori Vercelli e intrattenevano il pubblico presente sostenendo le esibizioni in programma. Comunque il livello era buono ed ogni gruppo esprimeva un genere diverso: c’era chi portava solo inediti, chi faceva cult alternative italiano, chi faceva cover punk, metal e così via. Era presente anche un altro gruppo biellese, i Last Sparks, con cui abbiamo già collaborato ad altri eventi. Anche alcuni giudici arrivavano da fuori Vercelli, e alcuni facevano parte di gruppi italiani abbastanza storici. La giuria era composta da Dino Fiore, Olivia Cinnamon Balzar, Guido Michelone, Francesca Tini Brunozzi, Elisabetta Perfumo, Mattia Garimanno, Andrea Raineri, Gianni Giovanni Villafranca, Alessandro Manferti, Sabrina Falanga, Andrea, Pino Sinnone (storico batterista della prog band italo/inglese The Trip dei primi anni '70, proveniente dai gruppi beat "Pirati" e "Teste Dure") e Claudio Colombo (giovane batterista della band Pandora, musicista e insegnante, che ha collaborato con grandi nomi della musica prog internazionale)”.  

Era presente molto pubblico?
“Sì, erano presenti in molti. La cosa importante è che tutti gli incassi della finale sono andati in beneficenza all’associazione Onlus “Rosa Blu”, che si occupa di sport con ragazzi speciali".

Vi aspettavate di vincere?
“No in verità. Siamo molto contenti e soddisfatti del nostro lavoro perché nel tempo siamo diventati non solo colleghi di musica ma proprio amici, quasi fratelli. Una sintonia che traspare molto spesso nel corso delle nostre esibizioni”.  

Avete già pensato a come sfruttare il primo premio? Un sogno per qualunque band divenuto finalmente realtà?
“Puntiamo a suddividere in più tempi le varie registrazioni dei nostri inediti,  “Potion” e “Mama”, e di tutti quelli che verranno dopo. Non vediamo l’ora di entrare in una sala di incisione professionale”.  

Siete stati avvicinati da qualche manager-agente?
“No. Ma alcuni responsabili e giudici dell’evento ci hanno dato qualche consiglio sul futuro e di stare molto attenti a possibili fregature che potrebbero avvenire nel corso della vita. È un primo piccolo grande passo per noi e siamo felici del nostro percorso”.  

Quali sono i vostri prossimi appuntamenti?
“Venerdì sera io, Marco e Mattia, accompagnati da altri due nostri amici Jonny e Francesco, suoneremo alla serata organizzata da Lilt al teatro sociale di Biella, in occasione della chiusura della campagna “Nastro Rosa”. Inoltre il 16 dicembre suoneremo a Gaglianico, in occasione della giornata Telethon, in cui tutto il ricavato sarà devoluto in beneficenza.”.  

Chi, infine, vorreste ringraziare per tutto questo?
"Vorremmo ringraziare il pubblico e la giuria che ci hanno votati e scelti per questa vittoria. Michela Trada, all’interno dell’organizzazione, per averci sopportato durante questo periodo di contest. I fotografi e gli organizzatori, per l’impegno e la dedizione. Le Officine Sonore e il Teatro Civico di Vercelli per averci ospitati. E le mamme, perché sono sempre le mamme”.  

g. c.

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