Ricordo una piccola finestra di un palazzo, al Villaggio Lamarmora dove sono cresciuto, che l'otto dicembre di ogni anno si trasformava. I contorni perdevano la loro naturale decadenza di architettura popolare e si trasformavano in boa colorati dardeggiati da piccole luci dalla coda verde e dall'alto potenziale pirotecnico avvolte com'erano in quel trionfo di materiale sintetico. La finestra si spalancava magicamente come quelle del calendario dell'avvento e scopriva un uomo basso di statura, rigorosamente in canottiera bianca a coste, quasi un aiutante di Babbo natale, che con il suo pacchetto di Alfa saldamente tenuto in una delle due piccole mani contribuiva ad aumentare il rischio d'incendio e a fornire nuovo materiale per la ricerca sul cancro. Dietro a lui, dopo poco, compariva una figura non ben definita, che spaventava il piccolo uomo facendogli cadere la cicca dalla bocca mentre la finestra si richiudeva senza fretta attraverso un movimento mistico. Avvicinandosi si notava che la pacchianeria con cui aveva coperto gli infissi era arte pura. L'abbondanza, la tracotanza, gli sconci sguardi che attirava a se, ne facevano un faro e un esempio nel quartiere. I balconi vicini, addobbati con quelle palle colorate dalla dimensione planetaria che hanno provocato più di un incidente in prossimità dei semafori e le bestemmie ad alta quota di un qualsiasi pilota di linea che si trovi a sorvolare l'Italia di un qualsiasi dicembre, sbiancavano al suo cospetto.
Le decorazioni natalizie per essere considerate tali devono aspirare a tanto. L'abbondanza è la prima e sola regola, chiunque faccia un uso sobrio e coordinato di capelli d'angelo, palline colorate, muschio, corteccia, carta da pacchi, neve spray, statuine presepiali, sfondi stellati, punte da albero brillantate d'oro, luci a intermittenza che gracchiano melodie celestiali da altoparlanti con la raucedine invernale costruiti da intelligenze superiori, è gente perversa, da evitare come la peste, soggetti da allontanare il più velocemente possibile da bambini e animali domestici.
Il fulcro, il centro, è l'albero: da qui s'irraggiano come segnali concentrici di gioia infinita l'opulenza e il barocco. Avete una pallina in mano e non sapete se attaccarla o meno ai rami già piegati come il bilanciere di una finale olimpica di sollevamento pesi? La vostre reazione deve essere “Ancora”. Abbondare non è solo una questione estetica è anche una scelta di aderenza ai canoni popolari del Natale. La vecchia zia prepara una o due teglie di vitello tonnato? Ne prepara almeno cinque: perché non si sa mai che si aggiunga qualcuno all'ultimo. I regali che stipate in qualche loco nelle vostre casine sono sempre di più del necessario, il principio piccolo borghese che a regalo bisogna rispondere con regalo, una partita di tennis in cui il primo che manca la palla è un maleducato ed irriconoscente, vi deve spingere oltre la decorazione, la vostra casa o il vostro ufficio si devono trasformare nell'ufficio postale di Babbo natale, nella culla infarcita di paglia del bambin Gesù, nella casetta sotto la neve di una qualche illustrazione ottocentesca.
Quindi alcuni consigli fondamentali:
Albero: vero o finto che sia, deve essere posizionato bene in vista, s'inizia con la dotazione completa di luci, colorate e a intermittenza, possibilmente ingombranti, poi si continua con le palline, vietato ogni tipo di coordinato, le sfere devono essere di almeno tre generazioni diverse, non possono mancare quelle di vetro, utilissime da spaccare e usare come coltello delle feste nel caso che il pranzo di Natale prenda una brutta piega e dal verbale di passi al fisico. Anche la punta, se siete abbastanza scaltri, potrà essere usata come arma contundente.
Porta: l'entrata deve già avvisare i malcapitati che il natale oltre l'uscio è una cosa seria, le porte della città di Tebe del Sommo al confronto devono sbriciolarsi. Quindi zerbino a tema, una corona di muschio e rami secchi a coprire lo spioncino della porta, sotto l'avvento aprirete a chiunque senza pregiudizi, tanto saranno loro quelli che faranno fatica ad entrare.
Vetri: gli stencil sono carini ma insufficienti, la luce naturale deve scomparire dalle stanze e solo una copertura totale della superficie trasparente può garantire la giusta tenebra che fenderete con luci e candele posizionate a garantire l'effetto “notte di natale” detto anche: “Era di marmo la cosa che mi ha appena frantumato la rotula?”
Presepe: si è vero, qualcuno dice in giro che il Natale è anche una festa religiosa: la solita propaganda vaticana. Comunque visto che una bella natività non guasta mai, andate nei boschi biellesi e fare scorta di muschio, aghi di pino, foglie, pigne, fogli di eternit, anche se dovrete scavare un po' per trovarli. Passate da una chiesa, fate incetta di statue e poi tornate a casa e per una volta lasciate perdere le offerte. Prendete il muschio, stendetelo in uno spazio già ricoperto dai fogli di un giornale e decidete dove costruire la capanna. Prendete il foglio di eternit e fate un posto di fortuna per la sacra famiglia: i poveri, ieri come oggi, si riparano ancora sotto tetti cancerogeni.
Luci esterne: non è Natale se non si butta a mare metà della tredicesima in corrente elettrica. Procuratevi abbastanza luci per illuminare una pista d'atterraggio e posizionatele lungo il confine della vostra proprietà, che sia un balcone, una semplice finestra o un prato di 8 ettari, fate capire chi è il padrone di casa: se i vostri vicini non prenoteranno una visita oculistica dopo il 6 di gennaio allora vuol dire che non fate paura a nessuno.
Le ultime righe le dobbiamo dedicare alle decorazioni esterne. Babbo natale vestito da uomo ragno che lancia le ragnatele bianche dai polsi e sputa neve spray dalla bocca mentre si arrampica a testa in giù dal vostro balcone a quello del vicino è un ottimo modo per mettere il punto ma come dimenticare il pupazzo di neve gonfiabile, la renna con problemi d'asma che bruca nel vostro prato, un gregge di pecore senza una gamba e di colore amaranto fatte apposta dalla crakingArt, oppure di un Gesù bambino in terracotta e a grandezza naturale in grado piangere e benedire nello stesso momento? Batate al sodo: esagerate.
(17 dicembre 2013)