Sono 3.660 i contratti programmati dalle imprese delle province di Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli per il mese di dicembre 2025, pari al 17,8% delle entrate complessive previste a livello regionale.
Tratti comuni alle quattro realtà del territorio sono l’alta percentuale di contratti a termine, superiore al 68% delle entrate previste; la domanda di occupazione espressa da un numero relativamente basso di imprese sul totale (13% di Biella, Novara e Verbania, 14% di Vercelli); una difficoltà di reperimento che oscilla tra il 45% e il 53% delle entrate previste e una richiesta di esperienza professionale specifica, o quantomeno nello stesso settore, che caratterizza in misura prevalente la domanda di lavoro (percentuale che, nel dettaglio, si attesta al 58% per Novara, al 60% per Vercelli, al 62% per Verbania e al 63% per Biella).
Ferme restando le diverse vocazioni economiche dei territori, in linea generale, sono i settori dei servizi di alloggio e ristorazione, del commercio e dei servizi alle persone a esprimere una parte consistente della domanda di lavoro nelle province dell’Alto Piemonte.
Queste alcune delle indicazioni che emergono dal Bollettino mensile del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea, ed elaborate dal Servizio Studi della Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte.
PROVINCIA DI BIELLA
Le entrate programmate a dicembre 2025 sono 540 (-80 rispetto al 2024); nel 32% saranno stabili, con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, per il 68% saranno a termine. Si concentreranno per il 68% nel settore dei servizi e per il 62% nelle imprese con meno di 50 dipendenti.Il 18% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota superiore alla media nazionale (17%).
In 53 casi su 100 le imprese prevedono difficoltà di reperimento dei profili desiderati. Il 12% delle entrate sarà destinato a personale laureato, mentre una quota del 32% delle entrate complessive riguarderà giovani con meno di 30 anni. Il settore a esprimere il più alto fabbisogno è quello del commercio (100 entrate previste), seguito dai servizi alle persone (90 unità), dai servizi di alloggio e ristorazione (80), dalle industrie tessili, dell’abbigliamento e calzature (60) e infine dalle costruzioni (50).