ATTUALITÀ - 22 novembre 2025, 06:50

Biella unita contro la violenza: la società che educa è quella che vince

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: "...perchè amore e possesso non sono due facce della stessa medaglia.

Biella unita contro la violenza: la società che educa è quella che vince - Illustrazione di Giovanni Cavallo

Il 25 novembre non è una ricorrenza come le altre. È il giorno in cui il Paese si guarda allo specchio e misura la distanza – ancora enorme – tra ciò che proclama e ciò che accade. Ogni anno, numeri e storie restituiscono una verità amara: la violenza contro le donne non è un’emergenza, ma un fenomeno strutturale che affonda le radici in una cultura distorta, fatta di disparità, silenzi e normalizzazioni pericolose.

Per questo la sfida non è solo ricordare: è educare.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, nel messaggio diffuso alle scuole italiane, richiama con forza la necessità di costruire “spazi di riflessione, consapevolezza e dialogo”. Parole che tracciano un compito preciso: investire nelle nuove generazioni, perché è lì – nella quotidianità della crescita – che si formano il rispetto, l’equilibrio nelle relazioni, la capacità di riconoscere e rifiutare ogni forma di sopraffazione.

La prevenzione parte dall’infanzia e si consolida nell’adolescenza.
È nelle classi, negli oratori, nelle società sportive, nelle famiglie, nei gruppi informali che si impara cosa significhi amare senza possedere, ascoltare senza controllare, sostenere senza ferire. È lì che si spezzano gli stereotipi, che si rende inaccettabile quel linguaggio che spesso è l’anticamera della violenza.

E davanti a un tema che continua a riguardare la vita di troppe donne, l’auspicio è che le indicazioni del Ministero non restino solo linee guida, ma diventino pratica quotidiana: percorsi educativi strutturati, interventi formativi continui, occasioni reali di confronto. Solo così il 25 novembre smetterà di essere una data simbolica per trasformarsi in un impegno permanente. 

"Se la ami... non la ferisci" ci ricorda l'orso biellese, che con pattini rossi e un monito ben definito sottolinea una grande contraddizione del nostro tempo, perchè amore e possesso non sono due facce della stessa medaglia.

In questi giorni, molte scuole hanno scelto il silenzio come gesto di memoria verso le vittime. Un silenzio giovane, consapevole, che farà rumore. Ed è proprio da lì che può nascere la scintilla del cambiamento: dai ragazzi e dalle ragazze che oggi osservano un minuto di raccoglimento e domani potranno diventare portavoce di una cultura fondata sul rispetto e sulla responsabilità. La lotta alla violenza di genere non è una battaglia delle donne: è un successo della società. E ogni società che si definisce civile ha il dovere di proteggere, prevenire, educare.

Redazione, G. Ch.