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CRONACA | 15 novembre 2025, 06:50

Giornata della Gentilezza? A Biella gli anziani schivano pietre

Giornata della gentilezza? A Biella gli anziani schivano pietre - Illustrazione di Giovanni Cavallo

Giornata della gentilezza? A Biella gli anziani schivano pietre - Illustrazione di Giovanni Cavallo

La Giornata della Gentilezza, quest’anno, a Biella suona come un esercizio di stile: mentre il calendario invita alla cortesia, la cronaca ricorda che non sempre basta una ricorrenza per rimettere le cose al loro posto. Nelle città che appariva tranquilla per definizione, a tratti "noiosa", a rinvigorire le cronache ci pensa un gruppo di ragazzini, che a suon di sassi e minacce rincorre gli anziani col bastone, forse sospinti da un moto rivoluzionario orientato a far decadere la vecchia Biella tranquilla e monotona. La celebrazione, si presenta come un promemoria necessario, perché mentre si inneggia l’educazione, il rispetto e la cortesia, Biella fa i conti con una realtà meno delicata.

"Non è più come ai nostri tempi"... No, non più: la città a misura d'uomo scompare fra le cronache.

"Continuano i problemi sociali in una città che sembra sempre più in balia di eventi da grande metropoli" raccontano i cittadini che nei giorni scorsi hanno evidenziato il crescente timore di fronte agli atti di delinquenza. Fenomeni di spaccio, furti, risse e criminalità "stanno diventando la quotidianità". C'è chi parla apertamente e chi preferisce confidarsi a bassa voce, per timore di una ripercussione. Il rispetto non è un valore accessorio, non è un concetto da tirare fuori una volta all’anno, né una frase elegante da infilare in un manifesto. È la base di una comunità funzionante. 

Come il nostro cavaliere paffuto, armato di uno scudo raffazzonato e un elmo dalla dubbia provenienza, la giustizia, per quanto efficiente e instancabile, deve fare i conti con un problema sociale. Biella non è una metropoli e come tale difende il senso di comunità. Genitori, scuole, adulti che sappiano essere adulti e giovani che imparino che la libertà non include il diritto di spaventare i più fragili. 

Riconoscere il cambiamento è il primo passo per affrontarlo e cittadini, forze dell'ordine e istituzioni, devono fare squadra, per contrastare il disagio che attanaglia ogni cittadina. Il Biellese non può accontentarsi di scrollare le spalle né limitarsi a registrare gli episodi. Può, invece, scegliere di reagire come una comunità solida: con fermezza quando serve, con responsabilità sempre, e con quel buon senso che qui è sempre stato più prezioso di qualsiasi armatura.

Il vero antidoto non è la nostalgia, ma la volontà di ricostruire ciò che rischia di andare perduto: il rispetto reciproco, la cura degli spazi comuni, la sicurezza dei più vulnerabili. E allora sì, forse un giorno qualcuno potrà dire di nuovo “ai nostri tempi” e non per rimpiangere il passato, ma per descrivere un presente che vale la pena tramandare.

G. Ch.

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