«Il 4 novembre si celebra la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate: una ricorrenza che richiama le origini del nostro Paese unito, le sue sofferenze e il coraggio che ne ha accompagnato il cammino, insieme alla speranza che libertà e democrazia possano essere raggiunte attraverso sacrificio, impegno civile e responsabilità collettiva.
Ricordiamo che l’armistizio di Villa Giusti, entrato in vigore il 4 novembre 1918, pose fine alle ostilità della Prima Guerra Mondiale, un conflitto che provocò un numero elevatissimo di vittime, tra civili e militari, con una stima compresa tra i 15 e i 17 milioni di morti. Anche l’Italia pagò un prezzo durissimo: 1.240.000 vittime complessive, quasi il 3,5% della popolazione dell’epoca, senza contare 1.500.000 feriti o mutilati.
Oggi onoriamo il sacrificio di quei caduti per la libertà e per la patria, ma soprattutto ciò che hanno lasciato in eredità: non la guerra, ma la pace; non la divisione, ma la coesione; non l’odio, ma la solidarietà. Allo stesso tempo ricordiamo l’importante ruolo delle nostre Forze Armate per l’unità, la pace e la difesa del Paese.
La pace, nel presente, non è una condizione acquisita per sempre. Nel mondo sono in corso conflitti che distruggono vite e lasciano cicatrici profonde nelle comunità, generando sfollati, fame, traumi e divisioni. Guerre che non sono più “lontane”, perché le loro conseguenze ci riguardano: dai flussi migratori all’instabilità politica, fino all’insicurezza globale.
In questo momento storico emerge con forza la responsabilità che ogni cittadino, istituzione e forza armata ha nel non abituarsi all’idea della guerra come inevitabile. Occorre prevenire, mediare, costruire canali di dialogo e difendere la dignità umana. Le Forze Armate oggi non rappresentano solo uno strumento di difesa, ma un impegno concreto per la pace, un presidio di solidarietà e la testimonianza che libertà e democrazia sono beni fragili da custodire con cura.
In questo 4 novembre desidero richiamare alcuni valori fondamentali:
Il valore dell’unità nazionale, non come concetto storico astratto, ma come impegno quotidiano: un’Italia coesa è più forte nell’affrontare le sfide del presente.
Il valore del sacrificio, di chi ha dato la vita nelle guerre e di chi oggi opera in missioni di pace, nelle forze armate, nella protezione civile e nel soccorso.
Il valore della pace, intesa non solo come assenza di conflitti, ma come condizione di giustizia e diritto a vivere liberi da paura, oppressione e violenza.
Il valore della memoria, per imparare dal passato ed evitare che tragedie simili possano ripetersi, formando cittadini consapevoli e responsabili.
Oggi più che mai dobbiamo impegnarci:
- a promuovere l’educazione alla pace nelle scuole, insegnando la storia come esperienza dell’umanità, con errori e fragilità;
- a sostenere diplomazia, dialogo e organismi internazionali che lavorano per la risoluzione pacifica dei conflitti;
- ad ascoltare le voci di chi soffre e fugge dalla guerra, offrendo solidarietà concreta: accoglienza, assistenza, rispetto dei diritti;
- a valorizzare il ruolo delle Forze Armate non solo per la difesa del territorio, ma come forza al servizio della comunità nella pace, nelle emergenze e nella difesa dei valori democratici.
In questo 4 novembre rinnoviamo il senso profondo della nostra identità nazionale con due promesse: che l’Italia rimanga unita, forte, libera e solidale; e che la memoria dei caduti non venga vanificata, affinché il loro sacrificio continui a illuminare il cammino verso un mondo meno diviso e meno violento.
Con gratitudine verso il passato, responsabilità verso il presente e speranza per il domani, vi dico: *Viva l’Italia unita e libera e viva le sue Forze Armate, strumento di pacificazione».
























