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COSTUME E SOCIETÀ | 02 novembre 2025, 09:05

Valle Mosso, alluvione del 1968: il reportage di una catastrofe nelle foto di Roberto Marchisotti FOTO

Per raggiungere le aree più colpite, ormai inaccessibili, Marchisotti ricorda di essersi unito ai militari

Valle Mosso, alluvione del 1968: il reportage di una catastrofe nelle foto di Roberto Marchisotti FOTO copyright Roberto Marchisotti

Valle Mosso, alluvione del 1968: il reportage di una catastrofe nelle foto di Roberto Marchisotti FOTO copyright Roberto Marchisotti

Fu un evento catastrofico quello che colpì Valle Mosso tra il 2 e il 3 novembre 1968. La furia dell’acqua devastò il territorio provocando 58 vittime, distruggendo abitazioni e fabbriche tessili, e costringendo centinaia di persone ad abbandonare le proprie case. Ovunque acqua, fango, miseria e disperazione: immagini che ancora oggi raccontano la tragedia attraverso gli scatti del fotografo Roberto Marchisotti, allora giovane fotocronista.

I primi ad annunciare la catastrofe è stata l'Associazione Radio Amatori Italiani (ARI) che aveva sede al Piazzo, con l'allora presidente Roberto Ravetti.  

“Seguii l’evento come fotocronista per lo studio Fotostampa – racconta Marchisotti –. Per settimane, con l’obiettivo in mano e stivali fino alle ascelle, ho raccolto immagini di quel terribile evento. Intorno a me solo distruzione e miseria, scene che mai avrei voluto vedere. C'erano pochi telefoni allora, grazie ai Radio Amatori è stato possibile mantenere i contatti con l'esterno”.

Per raggiungere le aree più colpite, ormai inaccessibili, Marchisotti ricorda di essersi unito ai militari: “Mi arruffianai per salire sulla campagnola e mi aggrappavo  alla centina come potevo per non cadere. In quei momenti la velocità era tutto, bisognava arrivare dove serviva aiuto. Ricordo che ero anche salito sull'elicottero che portava via le persone intrappolate nell'inferno”.

Il fotografo documentò anche la visita dell’allora Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, giunto sul posto per rendersi conto della gravità della situazione. “Più volte mi sono ritrovato in un torrente di acqua e fango dove non mi reggevo in piedi – aggiunge –. Ho rischiato di perdere la mia attrezzatura, una vecchia Rollei 6x6. Erano i primi anni di una futura carriera, ma quelle immagini resteranno per sempre impresse nella mia memoria: una delle pagine più terribili della nostra storia”.

s.zo.

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