ATTUALITÀ - 02 novembre 2025, 06:50

Soccorso Alpino: stretta sulle richieste di intervento immotivate, ma il dibattito è aperto

Si attendono chiarimenti in merito alla normativa, interessata anche l'area Biellese; ecco le novità.

Soccorso Alpino: stretta sulle richieste di intervento immotivate, ma il dibattito è aperto

Come riportato da Adnkronos e Il Sole 24 Ore, nella bozza della Legge di Bilancio 2025 emerge una novità che riguarda da vicino chi frequenta la montagna. In caso di “dolo”, “colpa grave” o “richiesta immotivata”, chi provoca o sollecita un intervento di soccorso potrà essere chiamato a sostenere i costi dell’operazione.

Il provvedimento introduce una stretta sull’attività delle Fiamme Gialle impegnate nel soccorso alpino: le richieste di aiuto alla Guardia di Finanza dovranno essere giustificate da una motivazione valida, altrimenti le spese dell’intervento ricadranno su chi l’ha sollecitato. Il testo specifica che, “fermo restando quanto stabilito dagli articoli 340 e 658 del codice penale”, per le operazioni di ricerca, soccorso e salvataggio effettuate dal Corpo della Guardia di Finanza, sarà dovuto un corrispettivo economico al Ministero dell’Economia e delle Finanze qualora l’evento sia imputabile a dolo o colpa grave, oppure risulti immotivato o ingiustificato.

L’importo sarà definito con un decreto del Mef e comprenderà tutte le voci di costo — personale, mezzi, carburante e attrezzature — con aggiornamento annuale in base agli indici Istat.

Pur prevedendo un inasprimento delle regole, il principio del soccorso universale resta garantito: chiunque si trovi in difficoltà sarà comunque assistito, senza discriminazioni o valutazioni preventive. In caso di comportamenti dolosi o irresponsabili, però, scatterà l’obbligo di rimborso delle spese sostenute. Rimane da chiarire se la norma si applichi solo alle operazioni condotte dalla Guardia di Finanza in ambito alpino o se possa riguardare anche il Soccorso Alpino e Speleologico.

La disposizione, al momento, coinvolge solamente l'area montana, con particolare riferimento all'arco alpino, maggiormente interessato dal fenomeno.

La notizia, che ha già suscitato un vivace dibattito a livello nazionale, dovrà essere convalidata ufficialmente prima che siano disponibili dati e riferimenti aggiornati all’attuale situazione. Fino alla pubblicazione della versione definitiva della legge e dei relativi decreti attuativi, si dovrà attendere per ulteriori comunicazioni ufficiali e precisazioni.

In attesa di comprendere l’evoluzione della normativa, resta centrale il tema della prevenzione e del comportamento responsabile in alta quota.

Di seguito alcune buone pratiche da seguire per ridurre i rischi durante le escursioni:

- Pianificare l’escursione e informare sempre familiari o amici sul percorso previsto e sull’orario di rientro.

- Evitare di andare soli, anche su sentieri ritenuti semplici: in caso di incidente, avere compagnia può fare la differenza.

- Verificare le previsioni meteo e conoscere bene il tracciato scelto.

- Equipaggiarsi correttamente, portando con sé acqua, cibo, indumenti adeguati e un kit di emergenza.

- Utilizzare strumenti di geolocalizzazione, come l’app GeoResQ, che consente di inviare richieste di soccorso con la propria posizione precisa.

- In caso di emergenza, contattare il numero unico 112, specificando di trovarsi in montagna e fornendo, se possibile, la posizione esatta.

Andare in montagna non è una moda, ma una scelta che implica rispetto e consapevolezza. Un rispetto che deve estendersi anche a chi, in silenzio e spesso lontano dai riflettori, si adopera per garantire la sicurezza degli altri. Ogni passo imprudente, ogni leggerezza, può trasformarsi, nostro malgrado, in un pericolo per sé stessi, ma anche per chi decide, senza esitazione, di andare incontro al pericolo per salvare una vita.

G. Ch.