ECONOMIA - 24 ottobre 2025, 06:50

Biella, il terziario guida la rivoluzione economica del territorio

Il commercio arretra, ma crescono turismo e servizi alle imprese. Il 2024 segna una svolta per l’economia locale.

Biella, il terziario guida la rivoluzione economica del territorio

Biella affronta il 2024 con una doppia sfida: da un lato la stabilità economica di un tessuto produttivo che resiste, dall’altro una demografia in continuo calo che pesa sul mercato del lavoro e sulle prospettive di sviluppo. Negli ultimi anni la provincia ha visto una progressiva diminuzione della popolazione, dovuta sia al saldo naturale negativo (più decessi che nascite), sia all’emigrazione giovanile verso aree più dinamiche del Nord Italia. Cresce invece la componente anziana, segno di un territorio che invecchia, e fatica a rinnovare la propria forza lavoro. Biella resta infatti la provincia più longeva del quadrante, portando con sé naturali luce e ombre sia per le esigenze di cui necessita la popolazione, che per i servizi ai quali fa riferimento, che per il paniere dei consumi. 

Nonostante il quadro demografico, Biella mantiene comunque un’economia solida. Nel 2024 le aziende attive nel territorio sono 17.704, con il settore terziario a fare da protagonista: 11.432 imprese, pari al 21,2% di quelle presenti nel Piemonte Nord. "Il 2024 a Biella dà speranza". Ne è convinto Alessandro Minello, direttore del Centro Studi sul Terziario del Piemonte Nord dall'Ente Bilaterale di Vercelli, Novara, Biella e Vco, che nella mattina di ieri giovedì 23 ottobre ha presentato l' “Outlook terziario 2024” presso l’Ente Bilaterale di Biella. "Nel Biellese è in atto una rivoluzione, ma è fondamentale che la trasformazione sia guidata dalle parti sociali e dalle istituzioni, servono delle indicazioni chiare da seguire.  Anche il commercio deve cambiare passo, puntare sull'online. Ora tante volte prima guardi il sito di un negozio e dopo vai nello stesso ad acquistarlo, il digitale è fondamentale". Sulla stessa lunghezza d'onda Luca Trinchitella, presidente dell'Ente Bilaterale Biella, che fa riferimento al progetto di candidare Le terre piemontesi del riso nel novero dei siti patrimonio dell’umanità: "Ricordiamoci che anche a Biella c'è il riso, non solo a Vercelli. Il progetto riguarda le province di Vercelli, Novara e Biella, in cui viene prodotto oltre il 50 per cento del riso italiano.  Riuscire a portarsi a casa questo riconoscimento per noi sarebbe un passo avanti enorme per il turismo green, ecocompatibile. Dobbiamo però fare attenzione a non perdere il treno, è da troppo tempo che se ne parla, non passerà poi più se perdiamo questa opportunità".

Entrando nei dettaglio dei dati presentati, rispetto al 2023, il numero complessivo di imprese nel Biellese è rimasto pressoché invariato, con una perdita di sole quattro unità locali. Le sedi principali d’impresa sono diminuite lievemente (-0,3%, pari a 28 in meno), ma sono cresciute le unità locali con sede fuori provincia (+1,9%), segno di una rete economica che continua a mantenere legami anche oltre i confini biellesi.

Sul fronte delle forme giuridiche, si conferma il calo delle società di persone (-3,5%) e, in controtendenza, l’aumento delle società di capitali (+2,8%) e delle imprese individuali (+0,3%). Queste ultime restano la forma più diffusa con 4.758 attività (41,6% del totale), seguite dalle società di capitali (28,7%) e dalle società di persone (25,8%).

Nel dettaglio dei comparti, il commercio (il 37,5% del terziario biellese) continua a perdere terreno (-1,2%). Il calo maggiore si registra nel commercio al dettaglio (-2,1%), mentre l’ingrosso resta quasi stabile (-0,1%). Le flessioni più marcate si concentrano nelle aree di Val Sessera e Prealpi Biellesi (-2,9%) e in quella di Biella-Valle Oropa (-1,6%). A fine anno si contano 4.286 attività commerciali, di cui 2.264 nel dettaglio.

Meglio, invece, il turismo, che segna un +0,5%. Crescono gli alberghi e le strutture ricettive (+11%) e le altre attività turistiche (+3,8%), mentre scendono bar e ristoranti (-1,4%). In totale, il comparto conta 1.526 attività, per oltre il 70% concentrate nella ristorazione e nei pubblici esercizi.

Positivo anche l’andamento dei servizi, che crescono dello 0,7% grazie soprattutto ai servizi alle imprese (+4,0%), mentre calano leggermente i servizi alla persona (-0,3%) e le altre attività di servizi (-0,4%). A emergere come zona è in questo caso la Valle Cervo.

Sul fronte occupazionale, il 2024 registra 20.281 avviamenti in provincia di Biella, pari al 16% del totale del Piemonte Nord. Seppur con un calo del 3,3% rispetto all’anno precedente, la gran parte dei contratti riguarda il terziario (80,8%). Le donne rappresentano il 58% delle nuove assunzioni, ma subiscono una flessione del 4,4%, più marcata di quella maschile (-1,6%). Scende anche l’occupazione italiana (-4,1%), mentre cresce quella straniera (+2,5%). Le difficoltà colpiscono soprattutto giovani e adulti fino ai 64 anni, mentre aumentano gli avviamenti tra gli over 65 (+9,8%).

Nei contratti, prevale il tempo determinato (48,4% del totale), in aumento del +2,3%. Seguono la somministrazione (14,5%, ma in calo del -12,3%) e il tempo indeterminato (12,5%, -8%). In crescita anche le collaborazioni parasubordinate (+19,1%).

In sintesi, il 2024 conferma un sistema economico biellese stabile ma in trasformazione. Il terziario resta il pilastro dell’economia locale, con segnali di vitalità nel turismo e nei servizi alle imprese. Tuttavia, la tenuta occupazionale e la riduzione del commercio tradizionale indicano che Biella sta affrontando un delicato passaggio: mantenere le proprie radici produttive e artigiane, ma adattandosi a un’economia sempre più orientata ai servizi e all’innovazione.

Biella, il terziario guida la rivoluzione economica del territorio

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